15.06.2022

Consigli e tendenze

Differenza tra trapunta e patchwork: storia, tendenza e sostenibilità

Arreda la camera da letto, ma diventa anche una coperta da picnic: la trapunta torna di moda, simbolo di calore, cura del dettaglio, ma anche portavoce di temi sociali e di un saper fare che ha origini antichissime.

La stagione per organizzare un picnic in compagnia, in una prateria di montagna, nei parchi in città o nel giardino di casa propria, è finalmente arrivata! È sempre un po' magico, per grandi e piccini, organizzare questo diversivo nei dettagli, pensare con cura a ogni elemento perché, affinché il picnic diventi prima di tutto un momento di relax, occorre un certo grado di preparazione. A parte un menu di ingredienti veloci ma sfiziosi, ci sono accessori indispensabili che non potranno mancare nella nostra borsa.

Uno di questi è la coperta da picnic, e a noi di intOndo non poteva che venire in mente la trapunta vintage, quella rubata dalla camera da letto o da un cassetto della nonna pieno di tesori a cui donare nuova vita… Insomma, in un picnic che si rispetti anche l’occhio vuole la sua parte, e le trapunte vintage sono un’ottima alternativa ai classici plaid e tappeti; sfoggiano solitamente una gamma di colori e pattern alquanto originali, tocchi di freschezza nel nostro set all’aria aperta, che ricompariranno puntualmente sul nostro letto o lanciati sul divano per una serata dedicata a un film in compagnia.

La trapunta è soprattutto morbida, leggera, comoda da trasportare e resistente, dato che sarà messa probabilmente a dura prova dall’uso che ne faremo. Insomma, da una tranquilla lettura in uno chalet di montagna alla merenda sull’erba, in estate la trapunta vintage è un passe-partout confortevole e pratico.

Durante il periodo della pandemia si è rinnovato l’entusiasmo per l'artigianato, che ha visto soprattutto i produttori dilettanti dedicarsi alla riscoperta di attività manuali come il quilting, ovvero la trapuntatura, ammirata sia per la sua abilità artistica che per la capacità di raccontare storie di comunità spesso emarginate. Questa disciplina sta vivendo un grande momento di rivalutazione anche nei suoi pezzi vintage: all'asta, patchwork e trapunte del passato (tra poco scopriremo la differenza tra trapunta e patchwork) sono stati venduti per somme che superano di gran lunga le loro stime.

E che dire dei grandi stilisti, che dagli anni '60, quando il patchwork era addirittura un look associato alla cultura hippie, fino alle ultime sfilate, utilizzano il patchwork per i look più grintosi? O delle opere d’arte di grandi artiste contemporanee come Tracey Emin e Michelle Walker, che usano patchwork e quilting nel proprio lavoro recuperando così una tradizione strettamente associata alle donne, alla loro storia e battaglie sociali? Scopriamo qualche curiosità in più sulla trapunta, elemento sia pratico che decorativo, più complesso di quanto si immagini.

La trapuntatura è un metodo per cucire insieme strati di materiale. Dalla sua origine a oggi, questa tecnica è stata utilizzata per realizzare principalmente copriletti, composti da due strati di tessuto con uno strato di imbottitura nel mezzo, tenuti insieme da linee di cucitura. I punti sono generalmente basati su un motivo o un disegno. Laddove le cuciture sono stabilite in motivi decorativi, il quilting può essere un lavoro estremamente raffinato.

Durante il periodo medievale, la trapuntatura veniva utilizzata anche per produrre abiti che fossero leggeri e caldi al contempo: l'abbigliamento imbottito veniva indossato sotto l'armatura per renderlo più comodo, oppure era usato come strato superiore da coloro che non potevano permettersi un'armatura di metallo.

Principalmente però, la realizzazione delle trapunte è associata alla sfera femminile e alle occasioni sociali in cui molte donne condividevano il cucito nell’ambito domestico. Nel Nord America ad esempio, cuore del quilt per eccellenza, attraverso i primi coloni dall'Inghilterra e dall'Olanda, questa disciplina era diventato un mestiere popolare, che in breve tempo sfociò nel produrre trapunte in tempi anche molto brevi (un’intera trapunta in un giorno!), generalmente realizzate per le ragazze in procinto di sposarsi.

Cucire trapunte era un atto quasi sacro, che legava fortemente le donne della comunità durante le assemblee, le feste, momenti in cui le tecniche si evolvevano e iniziavano a diffondersi altre forme, come i triangoli e i cerchi: ogni pattern, ogni combinazione aveva un suo significato, e venivano realizzate coperte anche legate ad eventi della contemporaneità, come la Guerra di Secessione: ed è così che i quilts hanno assunto il valore di veri e propri documenti storici.

È interessante scoprire che tante delle trapunte esposte nelle collezioni permanenti dei musei più prestigiosi, come il Victoria & Albert Museum di Londra, o l'International Quilts Museum di Lincoln, nel Nebraska — che ospita la più grande collezione pubblica di trapunte del mondo con oggetti provenienti da più di 65 paesi dal 1600 ad oggi — sono opera di donne che cucivano a casa propria, per il proprio uso, sia per necessità, sia per celebrare occasioni specifiche della vita: la nascita di un bambino, un matrimonio, la dote di una sposa.

Ed eccoci al patchwork: perché esso è legato al quilting? Sebbene entrambe le tecniche siano profondamente radicate nella sfera domestica, la trapunta viene accomunata al calore, all’idea di protezione mentre il patchwork, che consiste nel cucire insieme pezzi di tessuto per formare un disegno piatto, è prima di tutto una antica forma di riciclo e di upcycling, in quanto fungeva principalmente da metodo per recuperare ritagli di tessuto, o per prolungare la “vita lavorativa” degli indumenti che assumevano così nuove funzioni. Lasciatevi ispirare...