21.07.2022

Consigli e tendenze

Rosso, giallo e blu: i colori primari anche nell'arte e nel design

Sono quelli assoluti, quelli fondanti da cui derivano tutti gli altri. Forse è proprio per questo che i colori primari hanno avuto un ruolo determinante nel XX secolo. Scopriamo perché artisti e designer li hanno scelti.

Mai prima del XX secolo la relazione tra Arte e Design, tra fantasia e tecnica e tra natura e scienza era stata così stretta. Basta pensare alle scelte cromatiche di artisti e designer per capire le ragioni dell'avvicinamento tra questi due mondi tradizionalmente opposti.

Come spesso capita nella storia è un vero movimento socio-culturale a dare il “La” per una tale trasformazione. Il movimento artistico De Stijl (letteralmente Lo stile in olandese) fondato in Olanda nel 1916 dall'architetto Theo van Doesburg (1883-1931) insieme al Pittore di origine olandese, Piet Mondrian nato nel 1872, sta forse all’origine di questa visione avanguardista: l'arte viene proposta come ricerca di un rapporto equilibrato tra l'universale e l'individuale tramite l’uso di forme elementari e di colori primari accompagnati da linee nere e sfondo bianchi.

Un approccio definito neoplasticista che risulta fondamentale per gli sviluppi dell'architettura e del design moderno e che viene echeggiato subito a ruota dalla scuola artistica di Weimar, il celebre Bauhaus (casa dell'edilizia), con la sua innovativa ricerca di una collaborazione intrinseca tra le varie forme dell'arte: "Diamo vita tutti assieme alla nuova costruzione del futuro in cui tutto - architettura, scultura e pittura - sarà destinato a fondersi." diceva Walter Gropius.

Ma come è possibile? E come rimanere coerenti in questa commistione di discipline? Semplice: restando fedeli alle linee semplici e ai colori assoluti - quelli primari: il rosso magenta, il giallo e il blu. Essi diventano lo strumento per unificare e identificare questo sforzo verso quel purismo universale che è stato l’elemento caratterizzante non solo degli anni ‘20 e ‘30, ma di quasi l’intero secolo.

Uno dei maggiori esponenti di questa arte astratta e pura degli inizi del ’900 è stato certamente Piet Mondrian con la sua tavolozza fatta solo di colori primari e linee nere rette e ortogonali. In questo modo la realtà apparente diviene idealizzata, simbolo stesso dell’attività creativa. Sono molti i designer e gli stilisti che hanno subito il fascino delle opere del Maestro olandese. I colori puri e lo stile geometrico essenziale hanno ispirato nel tempo le più varie interpretazioni.

Il primo ad applicare alle tre dimensioni i principi alla base delle pitture di Mondrian è il connazionale architetto Gerrit Rietveld. Egli parte da ortogonalità delle linee e colori primari per progettare architetture e arredi capaci di concretizzare le pitture di Mondrian. Una delle più note sedie di design è la Sedia rossa e blu del 1918, quasi un’opera tridimensionale di Mondrian, nata dalla fedele applicazione delle teorie del neoplasticismo.

Ma anche Le Corbusier, padre del modernismo, da ampio spazio ai colori primari, si veda per esempio la sua Maison De L'Homme (Zurigo - 1963/67). Le sue parole ci spiegano come mai artisti, designer e architetti del suo tempo hanno scelto questi colori puri per portare avanti la loro filosofia creativa: "Il colore è intimamente legato al nostro essere, ciascuno ha il suo colore, se spesso lo ignoriamo, i nostri istinti – loro – non si sbagliano."