21.09.2023

I famosi

A tutto Grease!

Dall'iconico diner alla camera da letto che più anni '50 non si può: 45 anni dopo, l'intramontabile stile del leggendario musical entra con spensieratezza nell'archetipo di molte abitazioni contemporanee. Quali sono i film americani che giocano a ispirare il nostro arredamento?

Chi di noi, trovandosi a viaggiare negli Stati Uniti, non ha amato immedesimarsi nei protagonisti del mitico musical Grease, mentre sorseggiava un milk-shake al bancone di un diner dal gusto retrò? Vere e proprie icone dell’American dream, i diner sono luoghi sospesi nel tempo che hanno scritto la storia sociale e cinematografica degli Stati Uniti, vivendo un vero e proprio boom negli anni ’50.

Insegne al neon, lunghi banconi che riportano immediatamente a un quadro di Edward Hopper, tavoli corredati da panche e sgabelli cromati con seduta in pelle, per non parlare degli accenti eclettici di certi elementi in stile Art Déco e dei pavimenti bianchi e neri a scacchi. Da Grease al recentissimo La La Land, nulla più dei film di culto hollywoodiani è in grado di catapultare lo spettatore in luoghi tanto "esotici" quanto estremamente reali.

Che dire ad esempio della camera da letto di Frenchy, la migliore amica di Sandy in Grease? Lo scenario farebbe invidia ai pijama party più eccentrici, con la sua carta da parati rosa a motivi geometrici, i tappeti morbidissimi, le frange… il tutto condito dalle immancabili bandierine del liceo affisse al muro: questi sono solo alcuni dei briosi “ingredienti Fifties” immortalati dalle pellicole hollywoodiane. Elementi che tornano a essere una presenza fissa nell’arredamento di tendenza.

Oggetti che sembrano estrapolati dai film o dalle più celebri produzioni televisive ambientate nell’America di quel periodo storico — come non citare il leggendario telefilm Happy Days — entrano con disinvoltura negli interni più "instagrammati" del momento. Tanto che gli interior designer alle prese con l’allestimento di bar, ristoranti o showroom, si dimostrano sempre più inclini a rivolgersi direttamente al mercato vintage, andando a scovare tra mercatini e negozi di modernariato arredi cromati, set di tavolini e sedie dagli angoli smussati, gambe affusolate in metallo e superfici in formica.

Dopo i diners e le camere da letto dei teenagers, c’è un'altra cornice che ricorre nei film che parlano di vita e stile americano, ed è il drive-in, il cinema all'aperto da godersi dall’interno della propria auto. Probabilmente ogni regista americano avrà girato nella propria carriera una scena ambientata in questo contesto! Da Francis Ford Coppola ne I ragazzi della 56° strada, fino a H. Ross in Footloose, passando ancora una volta per Randal Kleiser, il regista di Grease, che nel film ce lo propone in una delle sue scene più note: il drive-in è un simbolo americano per eccellenza, anch’esso sdoganato proprio negli anni ’50, periodo in cui si stima che negli Stati Uniti i cinema all’aperto fossero ben 4000. E se nelle decadi successive, con l’evolversi della tecnologia, il fenomeno è andato drasticamente diminuendo, negli ultimi anni in particolare — complice la pandemia —, si è registrato invece un grande ritorno di interesse verso questa modalità, a conferma non soltanto dell’amore per il cinema, ma per l’esperienza cinematografica vintage a 360 gradi!

A condire il panorama degli scenari più amati che il cinema made in US ci offre, non poteva mancare il più ludico, e cioè il luna park; al suo centro, la ruota panoramica. Ne La Ruota delle Meraviglie (ancora una volta la storia è ambientata nei magici anni '50), Woody Allen reinterpreta con la sua prospettiva unica il periodo storico di ripresa americana post bellico, immergendo lo spettatore nei drammi personali dei personaggi che abitano nel parco dei divertimenti di Coney Island, New York. Un tripudio di colori, suoni, luci calde, costumi curatissimi e straordinarie giostre d'epoca in cui i confini tra vintage e surrealismo vengono sfocati. Tra i nostri pezzi preferiti del décor retrò suggerito da Woody Allen, la vasca in ghisa collocata nell'open space, e la lampada bianca a sfera ispirata allo stile di George Nelson, punta di diamante del design americano degli anni '50.