«Stiamo trasformando l’accesso, massimizzando la trasparenza e rimuovendo le barriere che separano il pubblico dalle straordinarie ricchezze creative della collezione di arte, design e performance più importante al mondo.»
Con queste parole, Tim Reeve, direttore del Victoria & Albert Museum di Londra, ha presentato il nuovissimo V&A East Storehouse—uno spazio pubblico d’avanguardia nel Queen Elizabeth Olympic Park di Londra che ripensa radicalmente il modo in cui una collezione museale può essere vissuta.
In un’epoca in cui la maggior parte delle opere resta dietro le quinte, il Storehouse sovverte le regole. Con oltre 250.000 oggetti, 350.000 libri e 1.000 archivi provenienti dalle vaste collezioni del V&A—dalla pittura alla moda, dall’architettura alla cultura pop—questo non è solo un nuovo edificio. È un nuovo modello di accessibilità museale.
Una collezione finalmente visibile
Ospitato in un edificio spettacolare progettato dallo studio Diller Scofidio + Renfro, il V&A East Storehouse invita il pubblico a entrare in quello che, fino a ieri, era il “dietro le quinte” del museo. Ma qui, nulla è nascosto. Fin dall’ingresso, il visitatore è incoraggiato a esplorare liberamente: oltre 100 “encounter”—mini mostre curate—guidano tra capolavori e oggetti inaspettati, mentre pareti di vetro rivelano laboratori di restauro e archivi in piena attività.
Che tu sia uno studente, un ricercatore o semplicemente un appassionato curioso, questo è un luogo pensato per farti entrare in contatto diretto con il patrimonio culturale.
“Order an Object”: il museo su misura
Una delle innovazioni più sorprendenti è il servizio “Order an Object”: con pochi click puoi richiedere di vedere dal vivo un oggetto specifico della collezione, da una stampa giapponese a un bozzetto di moda, da un disco raro a un mobile d’epoca.
Il tutto gratuitamente. L’obiettivo è abbattere le barriere tra istituzione e individuo. Come sottolinea Reeve, si tratta di «ripensare cosa può essere un museo nel XXI secolo: aperto, democratico e accessibile.»
Uno spazio pensato per la scoperta
Distribuito su oltre 16.000 metri quadrati, il Storehouse è molto più di un magazzino. È parte galleria, parte archivio, parte laboratorio in piena attività. Lungo percorsi liberi e scaffalature a vista, il visitatore può imbattersi in un altare del XV secolo e, pochi metri dopo, in una creazione punk di Vivienne Westwood. Per gli amanti della cultura contemporanea, le sorprese non finiscono qui: a settembre 2025 aprirà anche il David Bowie Centre for the Study of Performing Arts, che raccoglie oltre 80.000 oggetti dell’archivio personale dell’artista.
Aperto a tutti, gratuitamente
Accessibilità è la parola chiave. L’ingresso è gratuito, e il percorso è pensato per essere semplice e coinvolgente, che si tratti di una visita lampo o di un’esplorazione approfondita. Sono disponibili tour guidati, ma il format privilegia la scoperta autonoma.
Il centro organizza anche talk, laboratori creativi e attività dedicate alle scuole e alla comunità locale: un modo concreto per aprire il museo alla città e ai suoi abitanti.
Un nuovo capitolo per la cultura museale
Con il V&A East Storehouse, una delle collezioni più importanti del mondo esce dai depositi e si mette a disposizione del pubblico, sfidando i vecchi modelli di fruizione museale. Non è solo un luogo per guardare l’arte, ma per conoscerla, viverla e farne parte. Come dice Reeve: «Vogliamo che il pubblico senta che questa collezione gli appartiene—perché è così.»
