28.07.2019

Storia dei mobili gonfiabili

Non siamo grandi fan della plastica in generale, ma siamo consapevoli che dagli anni '50 in poi questo è stato il materiale prescelto in qualsiasi ambito di produzione. Dai giochi Fisher-Price, ai vestiti in plastica effetto vernice tipici degli anni '60, sino ai progetti di design e architettura realizzati con tecniche di stampa 3D in plastica riciclata, bisogna riconoscere che questo materiale è estremamente versatile. Il concetto di approfittare di un involucro plastico per creare strutture leggere, moderne ed economiche è valido ancora oggi.

L'idea di usare la plastica come contenitore di aria risale addirittura agli anni '40, quando per uso militare gli USA cercava una soluzione leggera, resistente, idrorepellente e facile da montare per proteggere i radar americani esposti alle rigidissime condizioni meteorologiche artiche. Nacque così nel 1946 il 'radadome', la cupola inventate dall'ingegnere Walter Bird (1912-2006) composta da una camera d'aria realizzata in fibra di vetro e neoprene. Una decina di anni dopo Bird lanciò un prodotto dedicato ad uso civile che aveva una struttura in plastica trasparente e serviva a coprire le piscine per continuare ad usarle anche nei mesi invernali. 

Sempre negli anni '40, e sempre in contesto militare, nacque il primo vero e proprio mobile gonfiabile: la seggiola disegnata da William H. Miller Jr, un dipendente dalla società chimica americana Gallowhur Chemical. Questa poltroncina realizzata in vinilite e rete di corda divenne simbolo dell'applicazione di materiali innovativi - sviluppati durante gli anni di guerra - alla vita domestica. Dopo il conflitto mondiale infatti queste nuove tecniche non faticarono ad introdursi nella vita delle famiglie americane. E' negli anni '50 e '60 che i mobili gonfiabili fanno la loro vera e propria apparizione sul mercato.  

Ma il designer che viene più spesso associato con oggetti gonfiabili d'uso comune è il vietnamita Quasar, il cui vero nome è Nguyen Manh Khanh (1934-2016). Nato a Hanoï, Vietnam, questo pioniere del design pneumatico si formò a Parigi e lanciò la sua linea in PVC 'Aereospace collection' alla fine degli anni '60. La poltrona 'Apollo' in plastica è un tributo alla Space Age, ma si può speculare che fu anche uno spunto per uno dei disegni più di successo del secolo, il notissimo divano 'Togo', progettato anch'esso in Francia da Michel Ducaroy con un profilo molto simile a quello di Quasar (ma senza il concetto di camera d'aria) e presentato al Salone del mobile di Parigi del 1973. 

Pochi anni a prima 1967 nasceva anche 'Blow', la prima vera poltrona gonfiabile che ebbe una diffusione di massa e che è tutt'oggi in produzione. L'idea era quella di creare un oggetto che fosse facile da gonfiare, da trasportare e da mettere via: furono quattro giovani membri del movimento Anti-design, Jonathan De Pas, Donato D’Urbino, Paolo Lomazzi, e Carla Scolari, a crearla per la manifattura Zanotta. Questa poltrona rimasta famosa fino agli anni '90 quando Britney Spears ne rilasciò una linea sotto il suo nome.

Sono molti altri gli oggetti gonfiabili di successo che si potrebbero citare, non ultimo il pouf a forma di cubo trasparente lanciato da Prada all'inizio del 2019, creato in collaborazione con Verpan su disegno di Verner Panton. O la poltrona 'Anda' progettata dalla designer israeliana Tehila Guy con una semplicissima struttura in legno su cui inserire la seduta gonfiabile. 

Insomma i materiali sono leggermente cambiati e resi più ecosostenibili, ma il concetto alla base rimane sempre valido e inalterato: approfittare di un involucro plastico per creare strutture leggere, belle, moderne ed economiche. Una di quelle idee che può toccare le vite di tutti a partire da quelle dei ragazzini che in questa stagione schiamazzano in spiaggia intrattenendosi con materassini gonfiabili, canotti e castelli pneumatici.