Questa scultura degli anni Ottanta è una potente testimonianza dell'arte moderna astratta contemporanea, un'opera che incarna l'essenza del design industriale trasformato in poesia visiva. Realizzata dal talentuoso artista mantovano Brunelli Mario, l'opera si distingue per la sua struttura solida e imponente, composta da colonne di ferro dipinte di nero che si ergono con una forza primordiale, quasi a evocare l'immagine di un'antica foresta pietrificata. Le superfici ruvide e volutamente imperfette di queste colonne raccontano una storia di materia e di tempo, dove ogni pennellata di vernice nera sembra amplificare l'intensità delle forme, rendendole contemporaneamente opache e misteriose. Queste forme salgono dalla base in legno, un robusto piedistallo che contrasta con la ferocia del ferro, quasi a voler radicare la forza dell'opera nel regno terreno. Il nero profondo che domina la scultura non è solo un colore, ma un elemento emotivo che assorbe lo sguardo e invita lo spettatore a perdersi nei dettagli delle superfici, a immaginare le storie che potrebbero nascondersi dietro ogni piega e crepa. Questa scultura è un esempio perfetto di come l'arte astratta possa comunicare senza parole, utilizzando forme semplici ma potenti per evocare emozioni complesse. L'origine italiana dell'opera non è solo un dettaglio geografico, ma un cenno a una tradizione artistica che per secoli ha esplorato la bellezza attraverso la materia e la forma, con Brunelli Mario che si inserisce in questa tradizione con una voce unica e contemporanea.