17.09.2019

Il mercato

Iter da cool hunters

Sapete chi sono i cool hunters? Si tratta di coloro che vanno a caccia di culture fresche (se così si può tradurre "cool"), innovative e durature. Un ramo moderno del marketing del prodotto che si occupa non solo di anticipare le mode, ma soprattutto di cogliere quei segnali di cambiamento pensati dagli innovatori, sostenuti dagli influencer e di lì a breve adottati dalla maggior parte della popolazione. Scopriamo insieme perché vintage shopping e cool hunting non sono poi attività così distanti.

Non tutto quello che è più nuovo, più tecnologico o più ricercato diventa cool - noi per esempio siamo convinti che i revival siano sempre molto cool - per questo ai giorni d'oggi si è fatto sempre più largo il mestiere del "cool hunter". Ricercatissimi dalle case stilistiche, dalle aziende del tech e del design, questi nuovi trend setter si sono moltiplicati esponenzialmente dagli anni '90 ad oggi. Provengono generalmente dalle discipline umanistiche o dal mondo della comunicazione, hanno solitamente tra i 20 e 40 anni di età e non fanno analisi di mercato, ma ricerca antropologica, sociale e culturale. Si tratta di quella comunità di creativi che si interessa al futuro e conosce chi sta disegnando il futuro dei beni di consumo.

Bisogna premettere che con gli stimoli che abbiamo oggi siamo sempre meno disposti a ricevere i messaggi tradizionali proposti da media e pubblicità; ed è proprio qui che entrano in gioco i cool hunters, figure attente al linguaggio delle nuove generazioni, all'andamento globale delle mode, specializzate nell'orientamento delle aziende verso trend originali, innovativi e soprattutto proiettati verso il futuro.

Il loro business model è perlopiù personale, ma si innesta su un sistema di marketing triangolare di cui a pensarci bene facciamo parte anche noi. In cima al triangolo ci sono gli innovatori, che rappresentano il 2 o 3 per cento della popolazione. Sotto di loro ci sono i cool hunters, che stimiamo siano circa il 17 per cento; questi hanno la capacità di raccogliere le idee che gli innovatori stanno sviluppando e di rivendicarle come proprie. Sotto di loro ci sono gli early adopter (leggi influencer), il cui numero è difficile da stimare, ma si possono considerare una sorta di strato al di sopra del mainstream, che è circa l'80 per cento. Questi ultimi prendono il prodotto che i cool hunters selezionano, lo indossano, lo usano, postano e soprattutto lo rendono più appetibile per il consumo di massa. E questo è il momento in cui il consumatore lo prende e lo utilizza finché eventualmente se ne separa.

Ma come funziona questa nuova professione e soprattutto come si muove un cool hunter? Per la moda e per l'arte i cool hunters collaborano per via diretta o scrivono su testate che costituiscono un portfolio di "idee" pronte ad essere "pescate" da stilisti e artisti. Qualche volta allo stesso repertorio attingono anche i designer e le aziende, ma quale è il loro iter?

Se prendiamo l'esempio del decor è curioso il caso dell'azienda danese Flying Tiger che dal 1995 ad oggi vende a poco prezzo oggetti di vario genere inquadrabili in tre categorie: oggetti necessari, oggetti dei sogni e oggetti che non sapevamo neanche che esistessero. Il fondatore dell'azienda, Lennart Lajboschitz, ci rivela il suo segreto: «Osservo, viaggio, guardo i giovani: così posso innovare». Pur se il prodotto non ha niente di usato, l'esperienza di shopping da lui inventata somiglia molto a quella del vintage shopping dove ci si perde in una sorta di ricerca al tesoro che è arricchente a prescindere dall'oggetto che si finisce per acquistare o meno.

Per natura si tratta di un mestiere in continua evoluzione, ma se volessimo fotografare cosa significa fare coolhunting oggi dovremmo ammettere che si tratta di ricercare l'originalità, fiutare le brutte copie e sfrondare il superfluo. Un cool hunter dunque non si perderà i migliori mercati vintage al mondo: viaggerà tra gli stand del Les Puces de Saint-Ouen a Parigi, del Mercado de San Telmo a Buenos Aires, andrà a Briemfield e visiterà regolarmente i thrift shop della propria città. Il suo compito non sarà quello di portare a casa l'oggetto autentico, ma soprattutto quello di osservare chi visita i vintage shop, le fiere e i mercatini - chissà che non abbia spiato anche voi -  Il cacciatore odierno inoltre non si farà scappare gli account Instagram di negozi vintage in giro per il mondo ed sarà assiduo frequentatore dei marketplace online come il nostro.

Curiosità, audacia e il coraggio di non farsi sempre le stesse domande sono i requisiti di ogni cool hunter e paradossalmente anche quelli che contraddistinguono gli appassionati di arredamento vintage. Tutti a caccia dei nuovi trend allora.