09.09.2019

Le storie

La macchina da cucito che ha fatto la storia del design

Si sa, il successo delle macchine da cucire è in gran parte - e non solo - legato alla sfera femminile. Eppure vogliamo trattare di design, più che di educazione domestica, in questo articolo che racconta le origini di questo macchinario e la storia della ditta pavese Necchi, l'azienda italiana che si mise a produrre acclamati macchinari da cucito grazie alle insistenze di una donna e che ha vinto due Compassi d'oro.

Sapevate che i primi macchinari capaci di produrre cuciture furono inventati dalla metà del ‘700? Fredrick Wiesenthal depositò un brevetto nel 1755, Thomas Saint nel 1790, Barthélemy Thimonnier nel 1830 e John J. Greenough nel 1842. Ma fu di Isaac Merritt Singer l’idea di far lavorare un ago dritto in maniera verticale e di farlo scorrere su una linea dritta andando avanti e indietro. Il primo modello della sua macchina cucito aveva anche un poggiatesta per l’operatore, un piedino per tenere fermo il tessuto e un pedale simile a quello dei filatoi a mano dell’epoca che aumentava la forza motrice del meccanismo e riduceva lo sforzo fisico.

Nasceva così la I.M. Singer & Company fondata grazie al brevetto per la prima macchina per cucire inventato da Singer in partnership con Edward C. Clark, un avvocato di New York. La Singer Sewing Machine divenne in due anni la macchina da cucito più venduta in America facendo della Singer la principale azienda statunitense nel settore.

Ai primi del ‘900 il mercato della macchine da cucito era in grandissima espansione ed era principalmente dominato da macchinari americani, tedeschi e russi. Proprio in quegli anni, al ritorno dal fronte, Vittorio Necchi ereditava dal padre una delle più grosse fonderie italiane: la Necchi, fondata negli anni ‘80 dell’800 a Pavia, dava lavoro a 170 operai specializzati nella costruzione di pezzi di ricambio in ghisa per macchinari.

Nel 1919, su insistente richiesta della moglie che richiedeva l'acquisto di una macchina automatica per cucire, Vittorio decise di aprire una piccola produzione di macchinari di questo genere sotto il suo marchio. La sua idea era quella di fabbricare una macchina per uso domestico utilizzando in parte la ghisa che producevano le fonderie di famiglia. Ebbene, lo spunto suggeritogli da sua moglie portò fortuna alla Necchi, che ancora oggi a 100 anni di vita, è una delle aziende leader nel settore.

Per quale motivo i abbiamo raccontato questa storia? Perché il successo di questa azienda italiana non si è limitato solo al suo settore, ma ha travolto anche il mondo del design. Due della macchine da cucito Necchi si sono infatti aggiudicate nel 1954 e nel 1957 il premio del design italiano Compasso d’oro. L'ultimo conferito alla capostipite della serie "MIRELLA" considerata un capolavoro di funzionalità e di estetica. Questo modello si è aggiudicato anche il "Gran Premio" della XI Triennale di Milano e ha ottenuto il massimo riconoscimento nel campo del design industriale entrando a far parte della mostra permanente del MOMA, Museum of Modern Art di New York.

A intOndo ci occupiamo sempre di economia circolare: siamo grandi fan del riuso, del restauro e del rammendo. Infatti sappiamo bene che utilizzate una buona e "bella" macchina da cucito significa buttare via meno indumenti e dunque sprecare meno.