06.04.2020

Le storie

Settebello, il treno fatto di stile e design italiano

Oggi vi portiamo in viaggio sul mezzo di trasporto sinonimo della ripresa industriale del dopoguerra e del made in Italy. Disegnato e allestito da Giò Ponti e da Giulio Minoletti e poi realizzato dalla ditta Ernesto Breda di Sesto San Giovanni (MI) negli anni 1952‐59, il Settebello ha calcato i binari più belli d’Italia fino al 1992. E presto le sue carrozze si potranno abitare di nuovo.

Comunemente noto come Settebello, secondo il nome coniato dagli operai che lo costruirono, l’automotore a sette vagoni Elettrotreno rapido 300 (ETR 300) è stato in esercizio presso le Ferrovie dello Stato dal 1952 al 1992. Un mezzo davvero unico, prodotto solo in 3 esemplari dalla ditta Ernesto Breda di Sesto San Giovanni (MI) con l’idea di dotare la flotta delle ferrovie statali di un prodotto che unisse nuova tecnologia e design avveniristico. Con una potenza di 2600 kW, più che doppia rispetto al suo predecessore ETR 200, L’ETR 300 poteva raggiungere agevolmente i 200 km/h, percorrendo l’intera tratta Milano-Roma in sole 5 ore e 45 minuti, ad una media di oltre 110 km/h quando ancora la direttissima Roma-Firenze non esisteva.

Il progetto, caratterizzato da sagome aeronavali all’esterno, venne firmato da Giò Ponti, da Giulio Minoletti ed altri architetti e designers di grido dell’epoca, e prevedeva per l’arredamento interno innovative pareti vetrate, finestrini panoramici, salotti con poltrone mobili, sala ristorante ed ampio bar, servizio bagagli registrati. Forse l'elemento più distintivo erano le due carrozze bombate di testa che vennero progettate con cabine di guida sopraelevate per lasciare spazio in basso a confortevoli salotti belvedere per gli 11 posti di prima classe.

Le 7 carrozze del Settebello erano suddivise in scomparti a salotto, da 10 posti ognuno, con divanetti e poltrone orientabili disegnate dal grande Giò Ponti e dall’architetto Giulio Minoletti, come anche gli arredi per la carrozza ristorante di gran lusso. Per i bagagli ogni scompartimento era provvisto di scomparti nascosti dietro a grandi pannelli decorativi. Inoltre il treno era attrezzato con impianto di servizio radio-telefonico, illuminazione con lampade fluorescenti e sistema di areazione condizionata. Ma i grandi protagonisti di questo treno consacrato al design italiano, erano le sedie, le poltrone, i tendaggi e le tappezzerie: elementi anni ‘50 che appaiono saltuariamente nelle vendite d’asta dei nostri giorni e vengono contesi da collezionisti e musei - alcune parti originali del treno si trovano per esempio al MoMA.

Padre del più moderno treno Pendolino, che sostituì il Settebello sulla linea Roma- Milano, il mezzo ammiraglio della linea ferroviaria italiana venne negli anni dirottato prima sulla linea rapida, poi depravato dei suoi arredi e usato come treno charter negli anni ‘80, infine definitivamente sostituito nel 1992. Tristemente dei tre esemplari prodotti oggi sopravvive solo un ETR 300, il numero 302, che fino a poco tempo era abbandonato tra Ancona e Falconara Marittima. Ci rincuora però sapere che il mito del Settebello non è ancora tramontato e che il treno tornerà a splendere per volontà della Fondazione ferrovie dello Stato. Oggi la carcassa del treno si trova in restauro a Voghera dove l'obiettivo è grande: fare del Settebello un treno da turismo di lusso da far circolare sui "binari senza tempo" riaperti dalla Fondazione.

E per chi volesse tornare ai tempi delle sfilate sui treni, di quando i papi si muovevano con la locomotiva e muoversi come i grandi uomini d’affari di mezzo secolo fa, consigliamo di comprare un biglietto per il treno Arlecchino, il “fratello piccolo” (con 4 carrozze) del Settebello che fu costruito  in occasione delle Olimpiadi di Roma del 1960 e già tornato in funzione dopo un accurato restauro.