20.04.2020

Le storie

Crisi e creatività, il mix che ridisegna la casa

Se oggi non stessimo navigando tra le acque di una pandemia forse non ci sarebbe mai venuto in mente di rivedere come le emergenze sanitarie del passate abbiano rimodellato il nostro modo di vivere. Un esercizio storico che conferisce un rinnovato significato alla struttura della casa moderna.

Lavarsi le mani oggi non è più come farlo qualche mese fa. Le circostanze odierne ci forzano a rivalutare gesti radicati nella nostra cultura che davamo per scontati, e ci offrono anche l’occasione per rivedere un altro elemento della nostra quotidianità a cui non davamo poi così tanta importanza: la struttura della casa.

L’igiene è - ed è sempre stata  - uno degli elementi centrali per lo sviluppo dell’umanità e clamorosamente sono state le emergenze sanitarie a spingere l’uomo a migliorare le proprie abitudini. La nostra cultura, appoggiata dalla conoscenza scientifica, si è man mano arricchita di usanze e strumenti per migliorare il nostro benessere fisico e mentale: un'evoluzione che ha toccato principalmente i servizi pubblici, ma che si riflette in modo tangibile anche nel nostro ambiente più privato, la casa. 

Viene subito da pensare alla stanza da bagno, ma ci sono altri elementi che nascono dall’incontro tra igiene, scienza, architettura e design. A fine Ottocento, quando si diffuse l’idea che la polvere e i germi fossero i veri portatori delle malattie epidemiche, l’arredamento occidentale subì una forte trasformazione: tappeti, arazzi, tendaggi vennero rimossi da cucine, bagni e lavanderie per mantenere questi ambienti più puliti. Dai primi del Novecento gli armadi e i grandi bauli andarono gradualmente sparendo per lasciare il posto a cabine armadio, o closet, più facili da pulire e ordinare. Anche i materiali sono cambiati molto nell’ultimo secolo: là dove veniamo in contatto con cibo e acqua, o nei luoghi dove ci aggreghiamo, oggi troviamo mattonelle in ceramica, piani in marmo levigato e pavimenti in pietra liscia al posto di superfici porose quali il legno e la terracotta grezza.

Il modernismo, con Le Corbusier (1887-1967) come capofila, ha promosso negli anni centrali del Novecento la ricerca di stanze “ideali” per il benessere e la salute dell’uomo, ambienti in cui la luce e lo spazio d’aria costituisco la base di partenza per la pianta della casa. Dalla rivoluzione modernista in poi nella casa  moderna non può più mancare vicino all’ingresso una powder room, o un piccolo bagno per lavarsi le mani; un balcone, una veranda (gli sleeping porch erano già in voga dai tempi della tubercolosi quando il sole rappresentava l’unica cura) o uno spazio verde dove poter prendere aria o coltivare una pianta; e infine negli ultimi anni nel design e negli arredi di casa è prevalsa la scelta di pareti bianca e pulite, e décor minimalista.

Rileggendo il passato viene da domandarsi cosa ci porterà questo nuovo tempo di crisi sanitaria e spontaneamente ci sentiamo in buone mani affidandoci a medici e scienziati per la prevenzione di future epidemie, ma anche alla creatività di architetti e designer. E siamo certi che l'umanità continuerà a progredire.