17.09.2020

Il mercato

Il futuro del vintage

Come cambia l’arredamento dopo il lockdown? La casa è il luogo dove trascorriamo una percentuale importante del nostro tempo, e muta insieme a noi. Versatilità e upcycling sono alcuni dei trend che influenzeranno il mondo dell’interior durante la nuova stagione che è alle porte.

Settembre è il mese per ripartire, un inizio che quest’anno si presenta particolarmente impegnativo dopo il lockdown, che per tutti ha implicato uno stravolgimento notevole di abitudini e stili di vita. Il passaggio allo smart working ha innegabilmente prodotto una serie di cambiamenti importanti nell’ambiente domestico; che piaccia o meno, in pochi mesi il lavoro da casa è stato sdoganato, e il sapersi adattare al cambiamento in tempi brevi fa parte ormai della nostra esistenza. Tanto che, pandemia a parte, sempre più aziende decidono di mantenere attivo, d’ora in avanti, il connubio tra smart working e ufficio.

Se la casa è lo spazio dove vivere e lavorare, come si adatterà alle nuove esigenze di questa realtà? Le collezioni proposte dal design contemporaneo puntano quasi esclusivamente su arredi facilmente lavabili, senza contare le nuove serie di oggetti dedicati a igienizzazione e distanziamento che entreranno nel repertorio di casa e ufficio nei prossimi mesi. Oltre alla pulizia, la qualità più richiesta al mobile sarà la sua versatilità nel passare da una situazione all’altra con fluidità e leggerezza, dall’ambiente del lavoro al relax, dal gioco alla convivialità.

Pensiamo a una libreria degli anni '50 con scrittoio incorporato, alla purezza funzionale degli oggetti del Bauhaus, a un divano letto di Marco Zanuso per Arflex, a una seduta girevole degli Eames, o alla poltrona ergonomica Paimio, disegnata da Alvar Aalto per gli interni di un ospedale finlandese, e oggi facilmente collocabile in salotto o in camera da letto: la storia  insegna come svariate situazioni apparentemente inedite trovino interessanti corrispettivi nelle esperienze del passato. Epidemie, emergenze, cambiamenti sociali e climatici segnano l’ambiente domestico dai tempi più lontani. Già dall’era vittoriana, e in particolare durante il XX secolo, i progettisti hanno saputo rispondere alle nuove esigenze abitative applicando all’arredo i concetti di multifunzionalità ed efficienza che caratterizzano i pezzi vintage oggi più ricercati.

Entra in gioco anche il colore: ai dubbi di questo momento delicato si reagisce con tonalità vibranti e il coraggio di abbinarle in maniera non convenzionale. Via libera anche a fioriere, vasi e portavasi, che accolgono piante da appartamento di grande impatto visivo e facili da curare come le diverse specie di palma, da esporre in qualsiasi stanza perché, alla percentuale del tempo trascorso indoor corrisponde il desiderio di circondarsi di natura e vitalità.

Infine, al riutilizzo di oggetti del passato si accompagna l’upcyling: attitudine sempre più di moda nell’ambito dei mobili vintage, è un modo davvero divertente per farli rivivere e adattarli al mood di una nuova casa senza stravolgimenti e spese eccessive. Un esempio? Provate a rivestire con la carta da parati gli interni e gli esterni di armadi e guardaroba, i frontali dei cassetti, le cassettiere, le mensole, paraventi o i ripiani di tavolini; con un po’ di pratica e precisione, anche un mobile anonimo o danneggiato può essere rielaborato magnificamente. E sul tema dell’upcycling non perdete i prossimi appuntamenti di intOndo!