30.09.2021

Consigli e tendenze

La prima interior designer della storia? Il suo nome è Elsie De Wolfe

Le case che arredava erano la quintessenza dell’eleganza newyorkese di inizio '900. E dopo un secolo ha ancora molto da raccontare.

Oggi ci tuffiamo nel luminoso mondo di Elsie Wolfe (New York, 1865 - Versailles, 1950), la prima interior designer della storia. De Wolfe è stata una pioniera di questo mestiere, non solo perché ha lanciato un nuovo tipo di lavoro —  che rivoluzione per una donna a quel tempo! — ma perchè ha sdoganato luce e fantasia nelle case americane nel periodo che seguì l’era vittoriana. «Renderò bellissimo tutto ciò che mi circonda — di questo sarà fatta la mia vita», è una delle sue frasi più celebri.

Gli esegeti dell’interior anglossassone e francese conoscono il suo libro The House in Good Taste (1913), un vademecuum per arredare con gusto, specchio delle tendenze di quel tempo: una raccolta delle rubriche che de Wolfe pubblicò su diverse riviste di arredamento nell'arco della sua vita, piene di consigli preziosi in tema di interior design.

Luce, ariosità e comfort: questi i concetti che guidavano i progetti di De Wolfe che, dopo aver calcato le scene dei palchi teatrali più prestigiosi di Broadway, aveva abbandonato la carriera di attrice per dedicaresi a inventare e intraprendere il ruolo di arredatrice di interni.

Basta scorrere le immagini sul web degli interni firmati da de Wolfe, per notare che l'arredatrice sceglieva luce e freschezza in opposizione agli ambienti più tipicamente scuri dello stile vittoriano che aveva respirato sin da bambina nelle case di famiglia. Analizzando i progetti di De Wolfe si comprende bene cosa sia un décor in stile francese, con le stanze decorate con tessuti Chintz a fiori, i murales stravaganti, la carta da parati trompe-l'œil... e una certa frivolezza che diventa un valore aggiunto dello spazio.

Si nota anche che negli anni '20 De wolfe prediligeva i mobili a specchio, le chaise-longue, insieme alle pelli o alle imitazioni di pelli di animali, specialmente di zebra e leopardo, per rivestire sedute, superfici o addirittura le scale! Il suo segno inconfondibile? Le combinazioni di pattern a righe, in particolare bianchi e neri, verdi e bianchi, ed è impossibile non soffermarsi sui suoi bagni: non certo bagni qualsiasi, ma progettati come stanze reali e non semplicemente come spazi di servizio.

Con il suo carattere esuberante, unito al talento per l’interpretazione dello spazio e alle indiscusse qualità di socialite, De Wolfe fece breccia nella clientela più prestigiosa di New York: dall’architetto Stanford White, che le affidò gli interni del Colony Club di New York, primo club d'élite della città esclusivamente per donne, fino al milionario Henry Clay Frick, che le commissionò l’arredo degli ambienti privati del suo palazzo sulla 5th Avenue, oggi sede della Frick Collection. Nel frattempo, tappa obbligata per ogni interior designer, De Wolfe visitava frequentemente a Parigi, dove arredò il Petit Trianon a Versailles — che divenne poi la sua dimora (nella foto) durante i periodi trascorsi in Francia.

In questi giorni, il lavoro di De Wolfe fa parte di una grande esposizione inaugurata il 23 settembre al Vitra Design Museum di Weil am Rhein in Svizzera: Here We are! Women in Design 1900 - Today. Visitabile sino al 6 marzo del 2022, la mostra raccoglie opere, documentazioni fotografiche e storie di vita di un centinaio di designer, architette, stiliste, che negli ultimi 120 anni hanno affermato e rafforzato il ruolo della creatività al femminile nella società e nel mondo del lavoro. Non perdete le creazioni delle grandi designer del '900 che potete trovare su intOndo!