22.06.2022

Le storie

Firenze in festa

Fochi, giochi e tradizioni: il 24 Giugno a Firenze si festeggia San Giovanni Battista, patrono della città e santo a cui è dedicato uno dei monumenti simbolo di Firenze, il Battistero. Scopriamo insieme le origini di questa antica festa e come Firenze si prepara a festeggiare il suo patrono

in foto: Giovanni Signorini, "I fuochi d'artificio sul Ponte alla Carraia per la festa di San Giovanni" (1843)

A Firenze fervono i preparativi per la festa di San Giovanni Battista, santo patrono della città. Le celebrazioni saranno ancora più speciali perché arrivano dopo due anni di stop forzato dovuto al Covid, due anni di incertezze durante i quali i festeggiamenti sono stati ridotti per garantire il rispetto delle norme. Quest’anno finalmente tornano per le strade della città le celebrazioni che si comporranno di più momenti: l’iniziale Corteo della Deputazione con il Corteo Storico della Repubblica Fiorentina per la consegna della Croce di San Giovanni al Sindaco di Firenze, la mostra dei Ceri, il Corteo Storico della Repubblica fiorentina con i personaggi in costume d’epoca, la finale del Calcio Storico Fiorentino, il Palio remiero e infine culmineranno con i famosi Fochi, lo spettacolo pirotecnico che illuminerà il cielo sopra Firenze.  

La festa di San Giovanni ha origini antiche, sia nelle celebrazioni religiose come la mostra dei Ceri, sia in quelle più popolari come il Calcio Storico. A partire dal Trecento, nobili e signori celebravano il patrono della città donando alle chiese grandi ceri o ex voto, fondamentali per illuminare gli interni delle chiese in un'epoca senza elettricità. Col passare dei secoli il prestigio della città e delle famiglie nobili cresceva e i ceri divennero allora più grandi, decorati e preziosi. Alcuni venivano realizzati appositamente per il Battistero di san Giovanni, altri per essere venduti a concittadini e turisti che da sempre vengono da tutto il mondo per partecipare alla festa. 

Anche il Calcio Storico Fiorentino ha origini antiche: fonti storiche ne attestano l’esistenza fin dall’epoca romana, ma la partita più famosa a cui è ispirata la rievocazione è sicuramente quella del 17 febbraio 1530, quando i fiorentini assediati dalle truppe di Carlo V mostrarono la propria sicurezza e noncuranza organizzando una partita in piazza Santa Croce. Dalla fine del Seicento questo sport viene progressivamente abbandonato, per poi tornare in auge nel corso del secolo scorso. 

Se paragonato agli sport contemporanei, il Calcio Storico Fiorentino può essere considerato un mix di wrestling, rugby e calcio. In epoca medievale, questo gioco era praticato soprattutto da ricchi aristocratici (compresi alcuni futuri papi). Oggi mette insieme il fascino di una rievocazione storica all’adrenalina che solo una vera partita (o, addirittura, battaglia) può dare. Il Calcio Storico è infatti piuttosto crudo e a tratti quasi violento, ma molto amato dagli abitanti dei quattro quartieri storici fiorentini, ovvero i Blu, i Verdi, i Rossi e i Bianchi (rispettivamente di Santa Croce, San Giovanni, Santa Maria Novella e Santo Spirito).

Questo spirito battagliero ben si sposa con la scelta del santo patrono, San Giovanni Battista, il santo della forza, coraggio e rettitudine, patrono di Firenze dal VI secolo durante il dominio Longobardo. Fu la regina Teodolinda a sceglierlo in veste di protettore del proprio popolo e delle città sottomesse al suo governo, facendo costruire sui resti di un’antica villa romana il Battistero a lui dedicato, o “Il mio bel San Giovanni" come lo chiama Dante nel diciannovesimo canto dell'Inferno. Prima di San Giovanni Battista, il patrono di Firenze era il dio Marte, dio della guerra pagano che ben rappresentava la fierezza e lo spirito combattivo di Firenze e che venne sostituito col passaggio al rito cattolico. 

La festa di san Giovanni Battista unisce infatti tradizioni e simbologie mutuate dal paganesimo ad altre di stampo cattolico. È ad esempio il caso dei Fochi, spettacolare momento finale della giornata dedicata al santo, che riprendono l’antica tradizione di accendere falò in giro per la città e la campagna per scacciare gli spiriti maligni il 24 giugno, periodo del solstizio d’estate. Mantenendo data e celebrazioni, la tradizione cattolica introdusse la figura di san Giovanni Battista come modello di rettitudine e forza, mantenendo dunque l’antica tradizione che vede la festa come momento di vittoria della luce sulle tenebre.