10.08.2022

Le storie

Il Bauhaus da Walter Gropius a Peter Murphy

Una Scuola di arte, architettura, design e non solo che stimolava la fluidità tra discipline e mestieri: artista e progettista si incontrano, dialogano, si fondono per promuovere il progresso. Sessant’ anni dopo quattro ragazzi inglesi ne interpretano a modo loro i principi per stravolgere il mondo della musica.

 “L’artista possiede la capacità di dare un’anima al prodotto inanimato creato dalla macchina. Il lavoro dell’artista deve diventare parte fondamentale del progetto nell’industria moderna”.

Su questa dichiarazione Walter Gropius fonda la Scuola che divenne una delle più rivoluzionarie nella storia dell’arte, del design e dell'architettura: la Staatliches Bauhaus, meglio nota con il solo nome di Bauhaus.

Il termine significa letteralmente casa del costruire e in origine si riferiva alla scuola di design, frutto della fusione dell’ex scuola granducale di arti e mestieri e la Weimar Academy of Fine Art. Sin dall’inizio, però, il Bauhaus non è stato solo una corrente che si limitava all’architettura, ma, piuttosto un “calderone” all’interno del quale si influenzavano tra loro artigianato e belle arti, le idee dal Neoplasticismo (o De Stijl) con le Arts and Crafts inglesi e il Costruttivismo. Tra i docenti e gli insegnanti che varcarono le porte della sede di Weimar prima e di Dessau dopo, comparivano Hannes Meyer, Ludwig Mies van der Rohe, Marlene Brandt, Otto Berger, Friedrich Engemann, Marcel Breuer, Lyonel Feininger, Johannes Itten, Wassily Kandinsky, Paul Klee, Adolf Meyer e altri.

In una Germania impegnata a risollevarsi nel primo dopoguerra, Gropius, nel suo manifesto del 1925, parla delle officine del Bauhaus e lo sviluppo di nuovi modelli di progetto grazie ad un nuovo tipo di collaborazione con l’industria che diventa un luogo in cui studiare i prodotti e creare prototipi progettati con una visione industriale, che nasce per essere realizzata in serie. Gropius parla ancora della figura dell’artigiano, definendolo artigiano del futuro: non più competente solo nell’ aspetto artistico, ma completamente consapevole della componente tecnica e progettuale che deve essere intrinseca nell’ ideazione originale di qualsiasi opera.

Con il suo manifesto istituisce un vero e proprio vademecum comprendente ben undici punti fondamentali da far osservare da tutti coloro che esprimono il desiderio di entrare nelle sue officine. Dichiara che non ci debba essere alcun confine tra artista e artigiano: «architetti, scultori, pittori, dobbiamo tutti rivolgerci all’artigianato!». Definisce l’artista come un “artigiano esaltato”. La competenza nell’esecuzione è essenziale per ogni artista; qui risiede la fonte dell’immaginazione creativa. Una delle caratteristiche identificative del Bauhaus rimane l’enunciato: la forma segue la funzione. Le semplici ma eleganti forme geometriche del Bauhaus vengono progettate in base alla funzione o allo scopo previsto per l’edificio o per l’oggetto, utilizzando preferibilmente forme lineari e geometriche e sfruttando materiali che riflettano la vera natura del prodotto finale. I progettisti hanno sempre il dovere di porsi la questione di un uso intelligente delle risorse: controllare i costi, minimizzare i tempi d’esecuzione, ridurre materiali di scarto e spazio inutilizzato al fine di sviluppare prototipi e prodotti per la produzione di massa in modo semplice ed efficace, garantendo una costante evoluzione. La Scuola del Bauhaus non ammette nulla che non sia finalizzata al progresso.

Forse non tutti sanno che… il concetto fondamentale del design modulare IKEA non è nato in Svezia, luogo di origine dell'azienda, ma è stato ispirato dalle filosofie e dai progetti dei designer Bauhaus.

Walter Gropius non avrebbe mai immaginato che poco più di 50 anni dopo, in Inghilterra, Peter Murphy avrebbe usato il nome delle sue preziose officine per dare vita ad una delle band inglesi che hanno rivoluzionato la storia della musica gotica e post punk.

Toni cupi, dissonanti, spesso al limite dell’inquietante, miscelano perfettamente suoni provenienti dai generi più differenti dalla musica dub al glam rock, dalla psichedelia al funk. Aspetto altamente analogo alla Scuola di Gropius, in cui tutte le arti e le tecniche si fondevano sino a perdere i rispettivi confini.

Il momento di massimo interscambio tra il movimento di origine tedesca e la band inglese è stata la collaborazione tra David Jay (bassista del gruppo) e il pittore Rene Halkett per registrare un singolo in onore di quella fertile ed indimenticabile stagione.