06.07.2023

Le storie

Vanitas

Oggi gli oggetti che amiamo di più diventano parte della nostra personalità, finanche a trasformarsi nei simboli allegorici di noi stessi. Ma sapete quale era la tradizione del passato? Avete mai sentito parlare di "Vanitas"?

Il culto degli oggetti ha oggi superato ogni possibile traguardo: ce n’è sempre uno che vogliamo di più e poiché le invenzioni moderne non finiscono mai di sorprenderci finiamo quasi sempre per non accontentarci mai.

Un simile attaccamento alle cose fu quello che portò, nel Seicento  durante la Riforma protestante e il cosiddetto “Secolo d'oro” olandese ,alla nascita di un nuovo genere artistico chiamato “Vanitas”. Sotto l'influenza dagli sviluppi religiosi, filosofici e scientifici dell'epoca, questo soggetto allegorico sottolineava la natura fugace dell'esistenza umana e la necessità di una riflessione spirituale oltre a quella puramente materiale.

Specialmente nel nord d’Europa la religione luterana insisteva sui cittadini affinché venisse ridimensionato il loro attaccamento ai beni materiali. Ma come? Ovviamente attraverso la comunicazione più in voga al momento… l’arte, e in particolare la pittura.

Il genere artistico della Vanitas nasce proprio a questo scopo, utilizzano un'ampia gamma di simboli ed elementi allegorici per trasmettere il loro messaggio profondo. Alcuni simboli, scelti con cura per rappresentare la transitorietà della vita, portavano il visitatore a pensare all'inevitabilità della morte e a porre l’accento sulla natura eterna dell'anima rispetto a quella materiale delle cose.

Tra i simboli piú rappresentati troviamo: il teschio motivo di spicco nei dipinti della Vanitas, che simboleggiava l'inevitabilità della morte e la natura paritaria della mortalità. Esso serviva a ricordare che tutti gli esseri umani sono destinati ad affrontare lo stesso destino, indipendentemente dalle loro conquiste terrene o dal loro status sociale.

La clessidra, che  con le sue sabbie che scorrono via, rappresenta il passare del tempo e la brevità della vita umana. Essa invitava gli spettatori a riflettere sul tempo limitato a disposizione per le attività mondane e sulla necessità di concentrarsi sulla contemplazione spirituale.

Infine frutti e fiori esotici, avevano anch’essi un valore simbolico nelle opere della Vanitas. In particolare i frutti vibranti e maturi e i fiori effimeri simboleggiavano la natura transitoria della bellezza fisica e del piacere. Essi servivano a ricordare le gioie fugaci e il decadimento finale di tutte le cose.

I libri aperti o le pergamene srotolate indicano la ricerca della conoscenza e delle conquiste del mondo. Tuttavia, nei dipinti di vanitas, essi appaiono spesso accanto ad altri oggetti mortali, suggerendo che le conquiste intellettuali e la saggezza mondana sono in definitiva vuote di fronte alla morte.

Gli strumenti musicali, come i liuti o i violini, simboleggiavano la natura temporale dei piaceri terreni. Rappresentavano la natura transitoria della gioia e dell'intrattenimento, invitando gli spettatori a contemplare la futilità della ricerca di una felicità duratura solo attraverso esperienze sensoriali.

L'arte della Vanitas mirava a infondere negli spettatori un senso di umiltà, introspezione e riconoscimento dell'impermanenza della vita. Esortava gli individui a distogliere l'attenzione dalle vanità mondane e a orientarsi verso la salvezza eterna. Accostando gli oggetti del piacere temporale ai simboli della mortalità, i dipinti vanitas cercavano di ispirare gli spettatori a contemplare il significato della vita, l'aldilà e la ricerca della realizzazione spirituale.