Raro e importante tavolo da pranzo disegnato da Osvaldo Borsani per Arredamenti Borsani Varedo negli anni Cinquanta, testimonianza autentica dell’altissimo livello raggiunto dal design italiano nel secondo dopoguerra.
La struttura portante, in palissandro laccato scuro dalle forme scultoree e fluide, è un perfetto esempio della poetica di Borsani, sempre in bilico tra rigore architettonico e tensione plastica.
Le gambe centrali, slanciate e scolpite con dinamismo, definiscono un volume organico e allo stesso tempo razionale, in cui la funzione strutturale diventa anche elemento estetico primario.
Il piano in pregiato marmo Calacatta, con le sue venature naturali e i bordi leggermente sagomati, aggiunge un contrappunto materico elegante e luminoso, restituendo equilibrio e leggerezza all’insieme.
Il contrasto tra la raffinatezza del marmo e l’intensità del legno lucido genera un dialogo armonico di materiali e proporzioni che racconta lo spirito innovatore della produzione Borsani.
Osvaldo Borsani è stato una figura centrale del design e dell’architettura italiani del Novecento, capace di unire l’eredità della grande tradizione artigianale lombarda con una visione internazionale e profondamente moderna del progetto.
Dopo la formazione al Politecnico di Milano, assume la direzione dell’azienda di famiglia, trasformandola da ebanisteria classica a laboratorio di sperimentazione del design moderno. Con la fondazione di Tecno nel 1953 e la continua attività con Arredamenti Borsani Varedo, sviluppa un linguaggio personale, raffinato e innovativo, sempre orientato alla qualità assoluta e all’integrazione tra arte, architettura e industria.
Fondamentali nel suo percorso sono state le collaborazioni con artisti come Lucio Fontana e Arnaldo Pomodoro, che lo portarono a concepire ambienti in cui l’arredo non era più semplice oggetto funzionale, ma parte di una visione totale dello spazio. Con Fontana realizza arredi e pannelli in cui la superficie diventa materia da perforare, da aprire alla luce e al gesto. Con Pomodoro porta avanti una ricerca formale sul segno e sulla materia, inserendo elementi scultorei nei progetti di interni, in un dialogo costante tra funzione e arte. Questo tavolo, per proporzioni, eleganza e qualità realizzativa, può essere letto come parte integrante di quella stagione creativa irripetibile, in cui il design italiano seppe imporsi sulla scena internazionale grazie alla sua capacità di unire cultura artistica e perizia esecutiva.
Un’opera destinata a collezionisti, architetti e amanti del design storico che desiderano integrare nei propri spazi un pezzo autentico, raro e intriso di significato.