Scultura in resina realizzata da Silvio Formichetti, caratterizzata dal tipico linguaggio gestuale e materico dell'artista. L'opera rappresenta un volto umano stilizzato, trasformato in una superficie dinamica grazie a energiche colature e schizzi di colore. Toni di blu, rosso e nero si intrecciano con forza sulla base bianca, creando un effetto visivo di grande impatto.
La scultura è un pezzo unico, realizzata con tecnica mista su resina. Le pennellate istintive e l'intensità cromatica conferiscono alla figura una forte presenza scenica, rendendola ideale come elemento decorativo per ambienti moderni, studi professionali, gallerie o collezioni private.
http://www.formicettisilvio.it/biography/#enbio Silvio Formichetti è nato nel 1969 a Pratola Peligna (AQ). Le prime opere ritraggono donne nude e paesaggi dell'entroterra abruzzo. L'interesse per la pittura informale nasce a metà degli anni Novanta. Si avvicina a Pollock, action painting americano e Dova, Afro, Widow e Hans Hartung. Nel 1999 è passato all'astrazione del segno e del gesto e nel 2011 è stato invitato alla 54ª Biennale di Venezia - Padiglione Italiano da Vittorio Sgarbi. In Italia tra le sue mostre sono riportate: le varie partecipazioni alle "Revisioni Internazionali di Arte Contemporanea" a Sulmona (varie edizioni dal 1999 al 2016); personale al Palazzetto dei Nobili dell'Aquila, catalogo di Carlo Fabrizio Carli e XXX edizione della "Rassegna Internazionale d'Arte di Sulmona" (2003); Museo Nazionale dell'Abruzzo de L'Aquila di Leo Strozzieri e Pierpaolo Bellucci e Museo Diocesano "Francesco Gonzaga" di Mantova, a cura di Maurizio Gioia e Carlo Micheli (2007); Museo Michetti di Francavilla al Mare, con testi critici di Silvia Pegoraro e XIII Biennale Stauròs d'Arte Sacra, Museo di San Gabriele, Isola del Gran Sasso (2008); “Cromofobie”, ex Aurum di Pescara di Silvia Pegoraro (2009); Nel 2010, al Museo Colonna di Pescara, le sue opere sono state unite a quelle di Mario Schifano nella mostra "Silvio Formichetti - Mario Schifano. Buio. Il bordo del colore" di Luca Beatrice.