“Glicine” è uno splendido dipinto olio su tela dell’importante artista italiano Giancarlo Cazzaniga (Monza 1930 – Milano 2013). Sul retro autorevole timbro e firma a garanzia di autenticità della storica galleria San Carlo di Milano che è da sempre punto di riferimento per le avanguardie storiche Europee del secondo ‘900. Accompagnato inoltre da certificato di autenticità rilasciato sempre dalla galleria San Carlo su foto dell’opera. Ottimo prezzo trattabile inviate la vostra proposta di acquisto. Opera per collezionisti.
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Nota biografica:
Giancarlo Cazzaniga nasce a Monza nel 1930.
Dal 1950 frequenta l’Accademia Cimabue a Milano e nel corso degli anni ’50 esordisce partecipando a rassegne pubbliche e tematiche.
Nei primi anni del secondo dopoguerra è tra i frequentatori del bar Jamaica, celebre luogo di ritrovo per gli artisti di allora. Qui entra in contatto con la corrente artistica del Realismo Esistenziale, nata proprio in quegli anni tra il bar Jamaica e l’Accademia di Brera e che vedeva tra i suoi iniziatori Bepi Romagnoni, Mino Ceretti, Giuseppe Guerreschi, Giuseppe Banchieri e Tino Vaglieri. Ciò che accomunava questi artisti, in quegli anni, era un nuovo modo di sentire la figura e la realtà del mondo esterno, oltre che la volontà di trovare una via alternativa tanto all’informale, quanto al realismo sociale.
Cazzaniga entra a far parte del gruppo insieme a Floriano Bodini e Gianfranco Ferroni. Con quest’ultimo condivide uno studio in via Garibaldi a Milano per un certo periodo. Lì furono scattate alcune foto che lo ritraggono insieme all’amico e musicista Chet Baker ed è in questo periodo che cominciò la sua amicizia con altri due maestri del jazz italiano: Franco Cerri ed Enrico Intra. Non è un caso che il mondo notturno della musica jazz sia stato uno dei grandi temi della pittura di Cazzaniga.
Tiene la sua prima mostra personale nel 1957 a Brescia. Nel 1958 è presente alla mostra “Giovani artisti italiani” al Museo della Permanente di Milano e nel 1959, sempre a Milano, vince il Premio San Fedele.
Nel 1962 partecipa alla XXXI biennale di Venezia con una selezione di opere sul tema della musica jazz, i Jazz Man. Qui viene presentato da Mario De Micheli, che così descrive il suo stile: «Cazzaniga non è un pittore che ami le asprezze, le dissonanze, il cromatismo agitato. Egli si affida particolarmente al segno: un segno rapido, fitto, allusivo che compone l’immagine per approssimazioni. Anche gli spazi in cui si collocano i suoi suonatori sono attraversati da segni fulminei che ne eccitano la stesura, rendendola animata da segrete energie. In tal modo la superficie vaga o cieca dei suoi fondi partecipa alle note, agli squilli, alla voce del jazz man, ne diventa una visibile eco».
Nel 1966 è presente nuovamente alla Biennale di Venezia e nel 1965 alla Quadriennale di Roma.
Dal momento in cui la stagione del Realismo Esistenziale arriva alla sua conclusione Cazzaniga resterà sempre fedele agli stessi temi e motivi, affrontati però con infinte variazioni. Sono due i soggetti che da qui in avanti caratterizzano la sua opera: i musicisti jazz da un lato, la natura e i paesaggi dall’altro. In rapporto a questi ultimi due, Luca Pietro Nicoletti descrive la sua come «pittura in cui gli oggetti sono restituiti per via di segni e di pennello, lontani da qualsiasi descrittivismo, cercando più un “sentimento” della natura nel groviglio di fiori e piante».
Tra i tanti premi ottenuti possono essere citati: il Premio Suzzara, il Premio dell’Incisione Biennale di Venezia, il Premio Fiorino a Venezia. La sua attività è corredata da un’intensa bibliografia e da una lunga serie di mostre personali in sedi pubbliche e gallerie private, in Italia e all’estero.
Muore a Milano il 5 dicembre del 2013.