4 Sedie La Tonda in acciaio e metallo di Mario Botta per Alias, anni '80

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Venduto

Descrizione dell'oggetto

Set of four dining chairs La Tonda with a black lacquered steel rod frame, seats and backs in bent perforated sheet metal. Designed by Mario Botta for Alias 1980s Italy. Mario Botta was born in 1943 in Mendrisio. After working as an apprentice draughtsman for the Lugano-based architect Tita Carloni, he moved first to Milan and then to Venice, where he enrolled at the department of Architecture at the IUAV. He completed his degree in 1969 with a thesis tutored by Carlo Scarpa – after having met Le Corbusier and Louis Kahn, who were later to be sources of inspiration – and returned to Switzerland to open his own professional firm, which at the time dealt mainly with detached family private homes. These included the villas in Riva San Vitale (1971-1973), Ligornetto (1975-1976) and Morbio Superiore (1982-1983), in which Botta treated the theme of the home as a refuge, which protects and reassures its inhabitants. These were buildings with a character that was ironic and, in a certain sense, monumental, obtained for example (in the case of Morbio) through rigorous symmetrical compositions and a particular use of raw concrete blocks set in a linear pattern and alternated with strips of silvered brick which, on the contrary, were set at 45 degrees. Partially dug into the hillside, the villa was also characterised by a theme which was particularly dear to Botta and which had already been explored in Riva San Vitale; the net distinction between solids and voids, the latter appearing to have been dug out of the building. Between 1980 and 1990, Botta associated with artists and intellectuals from all walks of life and took numerous long trips abroad. Together with Gabriele Basilico and Edoardo Sanguinetti, he published “La Casa Rotonda”, and he became friends with Max Huber, Nicki de Saint Phalle, Dante Isella, Harld Szeemann, Robert Frank and Alberto Flammer. Set di quattro sedie da pranzo La Tonda con struttura in tondino d'acciaio laccato nero, sedute e schienali in lamiera forata piegata. Disegnate da Mario Botta per Alias 1980 Italia. Mario Botta è nato nel 1943 a Mendrisio. Dopo aver lavorato come apprendista disegnatore per l'architetto luganese Tita Carloni, si trasferisce prima a Milano e poi a Venezia, dove si iscrive alla facoltà di Architettura dello IUAV. Terminato il corso di laurea nel 1969 con una tesi di Carlo Scarpa - dopo aver conosciuto Le Corbusier e Louis Kahn, che in seguito saranno fonte di ispirazione - torna in Svizzera per aprire il proprio studio professionale, che all'epoca si occupava principalmente di case private unifamiliari. Tra queste, le ville di Riva San Vitale (1971-1973), Ligornetto (1975-1976) e Morbio Superiore (1982-1983), in cui Botta tratta il tema della casa come rifugio, che protegge e rassicura i suoi abitanti. Si tratta di edifici dal carattere ironico e, in un certo senso, monumentale, ottenuto ad esempio (nel caso di Morbio) attraverso rigorose composizioni simmetriche e un particolare uso di blocchi di cemento grezzo disposti in modo lineare e alternati a strisce di mattoni argentati che, al contrario, sono disposti a 45 gradi. Parzialmente scavata nella collina, la villa è caratterizzata anche da un tema particolarmente caro a Botta e già esplorato in Riva San Vitale: la netta distinzione tra pieni e vuoti, questi ultimi sembrano essere stati scavati dall'edificio. Tra il 1980 e il 1990, Botta frequenta artisti e intellettuali di ogni estrazione e compie numerosi e lunghi viaggi all'estero. Insieme a Gabriele Basilico ed Edoardo Sanguinetti pubblica "La Casa Rotonda" e stringe amicizia con Max Huber, Nicki de Saint Phalle, Dante Isella, Harld Szeemann, Robert Frank e Alberto Flammer. Nel 1986 il MoMA di New York gli dedica una mostra personale e l'architetto svizzero riceve i primi incarichi per edifici pubblici e dall'estero, esordendo con il Centro culturale di Chambéry (1984-1987). In Giappone, su un impegnativo lotto triangolare di soli centosessanta metri quadrati, spazio residuo dell'apertura di una nuova autostrada, Botta costruisce un piccolo edificio che, con la sua chiarezza e forza d'immagine, cerca di distinguersi in mezzo al caos che lo circonda, grazie a una spessa cortina muraria innalzata sulla facciata principale, in cui lastre di marmo grigio sono attraversate da fessure orizzontali che erodono gli angoli e annullano la percezione del numero di piani che compongono il museo. La chiesa di Mongo è invece il primo passo di una lunga serie di luoghi di culto, tra cui i progetti per le chiese di Pordenone (1987-1992) e Sartiana (1987-1995), per la cattedrale di Evry (1988-1995), per la basilica di Santa Maria degli Angeli sul Mont Tamaro (1990-1996), per la chiesa Giovanni XXII a Seriate (1994-2000) e per la sinagoga Cymbalista a Tel Aviv (1996-1998). In ognuna di queste opere, la luce gioca un ruolo predominante come generatore primario dello spazio e misura della definizione del tempo che passa con le varie fasi del giorno, dei mesi e delle stagioni. La luce è comunque il principale elemento simbolico, rappresentando attraverso le sue variazioni l'inquietudine dell'uomo di fronte alla perfezione divina. In questo stesso periodo, si è svolta la programmazione per la costruzione di una nuova Scuola di Architettura, l'Accademia di Mendrisio. Inaugurata nel 1996, offre un approccio didattico alternativo rispetto al sistema universitario svizzero, in cui un ruolo importante è svolto dalle materie umanistiche e da un nutrito gruppo di professori di fama internazionale: da Rykwert a Benevolo, Burkhart, Campos Baeza, Dal Co, Frampton, Mendes da Rocha e Zumthor. Recentemente, l'attività di Botta - come quella di molte altre archistar - si è spostata verso l'Estremo Oriente, grazie a progetti come il Leeum - museo d'arte sponsorizzato da Samsung e completato a Seul nel 2004 - l'hotel Twelve a Shanghai (2006-2012) e le due sedi della Tata in India (1996-2003). Con il completamento del campus dell'Accademia di Mendrisio è iniziata la costruzione del "Teatro dell'Architettura", inaugurato nel 2018. Oltre all'attività di architetto, Botta lavora anche - in modo meno intenso - come designer, disegnando ad esempio la sedia Quarta (1984) e il tavolo Terzo (1983). All'architetto svizzero si deve anche l'istituzione del BSI Architectural Award, finanziato dalla Banca BSI di Lugano, che viene assegnato a designer di età inferiore ai cinquant'anni.

ID: 6186-1683119835-62739

Dettagli sull'oggetto

Black
Black

Colore

Metallo

Materiale

Molto buono

Condizione

Italiano

Origine

80-90

Periodo

Mario Botta

Designer

Misure dell'oggetto

76 cm

Altezza

64 cm

Larghezza

48 cm

Profondità


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