10.06.2020

Le storie

La controversa storia del ritrovamento Gurlitt

Si tratta di una delle scoperte più sensazionali degli ultimi anni, il ritrovamento del tesoro Gurlitt ha tenuto impegnati studiosi ed esperti per otto anni lasciandosi alle spalle una grande raccolta di oggetti d’arte e molte ombre sull’era nazista. Scoprite con noi questo pezzo di storia europea.

Nel 2012 il sensazionale ritrovamento di più di 1400 preziosi oggetti d’arte ammassati in un piccolo appartamento condominiale a Monaco aveva richiesto la creazione della “Schwabinger Kunstfund”, un corpo specializzato nella ricostruzione dei legami con il regime nazista. La collezione apparteneva a Cornelius Gurlitt, il figlio del mercante d’arte Hildebrand Gurlitt (1895-1956), che dopo averla custodita gelosamente l’aveva lasciata in punto di morte al museo svizzero di Berna. La notizia della scoperta era stata resa pubblica solo nel 2013, occupando le prime pagine delle maggiori testate al mondo. Ma cosa ne è stato della collezione?

Da allora la raccolta Gurlitt si è ingrandita includendo quadri, disegni e altri pezzi d’arte provenienti da altre proprietà del mercante tedesco. La German Art Lost Foundation ha avviato una lunga fase di catalogazione e ricerca sulla provenienza dei pezzi. Hildebrand Gurlitt era infatti entrato in possesso di una parte dei beni destinati ad arricchire il Führermuseum di Linz, il mega museo dove Hitler avrebbe voluto esibire capolavori rappresentati il 20% dell’arte mai prodotta al mondo. Gurlitt aveva poi dichiarato che il suo patrimonio era andato distrutto durante i bombardamenti di Dresda del 1945.

Dopo tante ricerche per restituire le opere ai legittimi proprietari solo 14 tra disegni e dipinti sono rientrati nelle mani delle famiglie a cui erano stati sequestrati dai nazisti. La donazione di Cornelius Gurlitt al museo di Berna intanto è stata solo in parte accettata, poiché il museo si è rifiutato di includere nella sua collezione pezzi presumibilmente  legati a traffici illeciti. Il resto, la maggior parte della raccolta, ha intrapreso un lungo viaggio itinerante tra mostre nei musei svizzeri e tedeschi e in Israele. 

Capolavori dell’espressionismo tedesco, del movimento secessionista e del Der Blaue Reiter realizzati da artisti come Ernst Ludwig Kirchner, August Macke, Otto Dix, Paul Gauguin, Edvard Munch, Käthe Kollwitz, Paul Klee, and Emil Nolde, rimangono oggi senza casa, marcati dal destino che li ha travolti durante l’era fascista e dalla storia del loro penultimo possessore, il mercante di Hitler. Essi continuano a viaggiare senza meta per il mondo. 

Eppure Cornelius Gurlitt è il stato il primo collezionista privato ad aver presentato la sua collezione privata per essere indagata in conformità con le regole dei Principi di Washington sull'arte rubata dai nazisti del 1998. Se egli  fosse o meno pienamente consapevole di ciò che aveva in mano, o se fosse convinto che le opere gli appartenessero legalmente, è ancora un mistero. Ciò che è certo, però, è che suo padre, Hildebrand, era riuscito a salvare la collezione dai bombardamenti di Dresda e a rentrare a far parte del mercato internazionale dell’arte dopo la guerra.  Sua figlia Renate, sorella di Cornelius Gurlitt, scriveva al fratello: “Riesci ad apprezzare la tua collezione?... A me pare che la parte più personale e più importante del lascito di nostro padre sia anche il nostro più grande fardello.”