03.09.2020

Le storie

Egittomania

Il fascino e le suggestioni che provengono dalla cultura dell'Antico Egitto sembrano non aver limiti spazio-temporali. L'Egittomania è un fenomeno che ha pervaso l’Occidente a partire dall'antica Roma, passando per le campagne napoleoniche, lo stile Deco e l’arte contemporanea, e che oggi è uno stile né antico né moderno.

Non parliamo solo delle piramidi, dei faraoni, degli obelischi e dei sarcofagi, ma dell’eleganza senza tempo delle linee e dei tratti antropomorfi utilizzati nell’antico Egitto. Una tradizione secolare quella egiziana che si traduce in uno stile che non è né antico né moderno e che con il suo fascino ha nei secoli ispirato una moltitudine di architetti, designer e artisti. 

Un successo perpetuo, quello di questa cultura, come dimostra un sguardo al futuro prossimo: è infatti di pochi giorni fa l’annuncio di una mostra che inaugurerà ad ottobre 2021 sviluppando il primo progetto in 4300 anni per mettere a confronto il sito che ospita la piramide di Giza e una serie di opere d’arte contemporanea.

"Questa mostra è un segno di speranza per l'umanità e un umile tributo a una civiltà che resiste alla prova del tempo", dice Nadine Abdel Ghaffar, fondatrice di Art D'Egypte, una società che si propone di promuovere l'arte egiziana con mostre annuali in luoghi storici. Il progetto prevede l’installazione di un selezionato numero di opere lungo il cammino turistico che corre lungo il perimetro delle piramidi. 

Ma l’ossessione per l’Antico Egitto è un fenomeno che ricorre nel repertorio artistico e culturale  d’Occidente sin dai tempi degli antichi Romani. Gli imperatori, con Cesare come capofila, si appropriarono di rovine e obelischi faraonici durante le loro campagne militari e molti secoli dopo questi elementi vennero riscoperti e istallati in luoghi strategici della città da artisti rinascimentali del calibro di Michelangelo. Nel Settecento poi troviamo un altro imperatore, questa volta francese, che si innamorò della cultura egiziano al punto di trasformarla in una moda di corte, Napoleone. 

Il generale Bonaparte infatti pensò bene di portare con se in una delle sue missioni in Egitto Dominique Vivant Denon (1747-1825), curatore del Museum Central des Arts - il futuro Louvre -  che al ritorno pubblicò il suo taccuino di viaggio colmo di motivi faraonici, motivi geroglifici, piccoli obelischi, piramidi e di tutti quegli elementi che ben presto invasero le arti decorative in Francia per celebrare le vittorie di Napoleone.

Nel corso del 19esimo secolo, l'Egitto ha interessato tutte le forme di creazione artistiche: L'Aida (opera creata per il Canale di Suez), per esempio, ma anche i dipinti d'arte accademica di Jean-Léon Gérôme (1824-1904), i mobili neoclassici, i camini con lesene sormontate da teste di faraone e tutte le arti decorative in generale.

Ma se l’800 è il secolo per eccellenza dell’Egittomania, il secolo scorso non è da meno: durante il novembre del 1922, nel pieno della dominazione dello stile Art déco, la scoperta della tomba di Tutankhamon ha riconsegnato all'Egitto la sua  celebrità. I suoi motivi e i suoi patroni invasero il mondo della moda e della pubblicità.Più tardi, il cinema degli anni '50 ha rivisitato i codici egiziani riproponendone una versione cinematografica epica. Famoso, per esempio, è Cleopatra con la bellissima Elizabeth Taylor, un'enorme produzione hollywoodiana, considerata uno dei film più costosi di tutti i tempi.