20.01.2021

Le storie

I migliori momenti vintage: La Regina degli Scacchi

Un appuntamento dedicato agli interni vintage più scenografici di serie TV e film, fonti di ispirazione per arredare le nostre case con oggetti unici. Ecco una selezione di interni indimenticabili, tratti dalla serie di Netflix più acclamata della fine del 2020.

Mentre Beth Harmon (interpretata da Anya Taylor-Joy), la protagonista de La Regina degli Scacchi, ambientata tra gli anni '50 e '60, affascinava gli spettatori con straordinarie abilità scacchistiche, il pubblico meno sensibile al gioco degli scacchi rimaneva incollato allo schermo se non altro per la carrellata di interni indimenticabili fornita dalla mini-serie. Per intOndo, che raccoglie appassionati non soltanto di arredi e atmosfere vintage, ma anche del loro upcycling e rivisitazione in chiave contemporanea, è stato naturale selezionare alcuni momenti di arredamento di grande impatto all'interno della storia. Una vicenda che, abbiamo scoperto con sorpresa leggendo un’intervista rilasciata ad Architectural Digest US dallo scenografo della serie Uli Hanish, nonostante sia ambientata prevalentemente a Lexington, Kentucky, negli States, è stata girata in realtà per buona parte... a Berlino! Il motivo? Essendo stata una città divisa in est e ovest, Berlino presenta una tale varietà di architetture e stili, da prestarsi ai diversi scenari in cui si svolge la trama. Lasciatevi ispirare dalla nostra selezione!

 

         Netflix © 2020

1.     La casa di Beth Harmon: un décor total look

Pattern, pattern, e ancora pattern. È questa la parola d'ordine per gli scenografi de La Regina degli Scacchi nel ricreare gli interni di una casa del Kentucky degli anni '50, quella dei genitori adottivi della protagonista. Tappezzeria e carta da parati decorate con fantasie floreali dominano la scena. Colpiscono il mix tra pattern simili e la ripetizione dello stesso motivo su più elementi, un total look dalle pareti alle tende, fino a paralumi e copriletto; un  atteggiamento per certi versi kitsch, accentuato inoltre dall’ostentazione di soprammobili, ma decisamente divertente. Una stratificazione quasi ossessiva che può risultare spiazzante, ma che caratterizza in maniera inedita un ambiente che da anonimo, non passerà più inosservato. Per ricrearlo in maniera meno eclatante, ci si può limitare a un angolo di una stanza, o a una singola parete.

        Netflix © 2020

2.     La casa dopo il restyling: colori e materiali

Dopo la morte della madre adottiva, Beth dona una ventata di freschezza alla casa rinnovandone la palette, che sarà declinata nelle tonalità del blu pastello e del rosa cipria legati dal verde acqua scuro, un colore che proprio di questi tempi è una presenza fissa sulle riviste di arredamento e che, come nello schema della vecchia casa, viene ripetuto dagli arredi fino alle abat-jour. Scompaiono le tende arruffate e con le frange, che aprono lo spazio a tendaggi dall'aspetto più semplice e grezzo, e in generale i rivestimenti di divani e poltrone si semplificano, puntando sulla lana e sul velluto. La carta da parati resta, ma si tramuta in un insieme di motivi quasi "klimtiani" sulle nuance del rosa cipria. E i mobili? La quintessenza di cosa fosse la modernità di quell'epoca entra in scena con credenze in teak, tavolini bassi e leggeri, forme curve e snelle, gambe affusolate, poltrone avvolgenti in stile Gio Ponti. A condire il décor i trofei vinti agli scacchi, che hanno sostituito i soprammobili.

       Netflix © 2020

3.     Linee pulite

Per realizzare le scene della serie in cui Beth gareggia in prestigiosi tornei presso rinomati hotel americani ed europei, la serie ha sdoganato un genere di arredamento dallo stile più lineare e sofisticato, in cui gli elementi fondanti spaziano dalle suggestioni Bauhaus alle lussuose atmosfere Déco. Ci soffermiamo su questa interessante area ristorante, all'interno di quello che dovrebbe essere un lussuoso hotel di Las Vegas, ricreata in realtà in un centro conferenze berlinese degli anni '50, e arredata con moquette mélange sui cui sono adagiati eleganti set di tavolini in tubolare in acciaio, il tutto sovrastato da uno spettacolare lampadario futuristico, forse di manifattura scandinava.

       Netflix © 2020

4.     Allure francese

Quando Beth gareggia nelle sale di un albergo a Parigi, siamo in realtà ancora a Berlino, precisamente all’Haus Cumberland, un grand hotel sul Kurfürstendamm costruito all'inizio degli anni '20, che fino a tempi recenti ospitava il leggendario (e amatissimo dalle celebrities) Café Grosz. In una sala di impronta nettamente ottocentesca illuminata da lampadari antichi, si avvicendano elementi neoclassici, console in stile rococò e una serie di sedie con schienale scanalato a forma di lira, affiancate da graziose panchine con schienale in paglia di Vienna.

       Netflix © 2020

5.     Eleganza con poche mosse

Anche per il torneo più importante, quello ambientato in un hotel a Mosca nel 1968 durante l'episodio finale, la location è in realtà la Bärensaal (la Camera degli Orsi), del vecchio municipio di Berlino. La sala in stile razionalista a dir poco grandiosa, alta tre piani e, in un casuale omaggio agli scacchi, decorata in marmo bianco e nero dal pavimento al soffitto, dialoga con l'abito bicolore indossato da Beth per l’occasione. Gli spettatori seguono i giocatori da un punto di vista sopraelevato, mentre i commentatori della partita trasmettono il resoconto radiofonico da logge decorate da pannelli in pelle bianca capitonnè, che strizzano l'occhio alle opere concettuali di Enrico Castellani. Decisamente il momento più chic di tutta la serie.