25.02.2021

I famosi

I luoghi sacri del vintage: la Cranbrook Academy of Art

Al suo apice tra gli anni '30 e '50, questa comunità di creativi è stata un importante punto di riferimento per l'architettura e l'arredamento globali. Qui si sono incrociati i destini di grandi progettisti statunitensi, e si è scritto un capitolo decisivo della storia del design.

Nel campo dell'arredamento c'è una forte tendenza che spinge alla formazione di collettivi: unioni di forze e menti che, spesso provenienti da discipline differenti, dedicano una parte del lavoro ai progetti a quattro (o più) mani, alla condivisione di idee, ideali e momenti di vita. Che le si definisca comunità, aggregazioni, scuole, sono molteplici i fenomeni di questo genere nella storia dell’arredamento, basti pensare al Gruppo Memphis o allo Studio Alchimia in Italia, al Bauhaus in Germania, all’Arts & Crafts in Inghilterra o alla Scuola di Glasgow in Scozia.

Negli Stati Uniti, la Cranbrook Academy of Art, che sorge nel Michigan, fu una comunità culturale sui generis; in Italia se ne parla poco rispetto al mondo anglosassone, ma essa è stata la fucina di alcune delle idee più rivoluzionarie del concetto di abitare. Alla Cranbrook Academy si formò Eero Saarinen, e fu qui che Charles Eames incontrò per la prima volta la futura moglie, la pittrice Ray Kaiser, con cui avrebbe costituito la coppia di designer americani più acclamati del '900. Fu qui che lo scultore Harry Bertoia intravide le possibilità del filo di metallo per realizzare le sue sedie, e sempre presso la Cranbrook Academy nacquero grandi avventure imprenditoriali del design, come quella tra Florence Schust e il futuro marito Hans Knoll, i fondatori della Knoll International.

A differenza di altre aggregazioni, la Cranbrook Academy of Art nasceva dalla volontà precisa di un singolo individuo, finanziatore di tutta l'impresa: il magnate in questione era George Booth, originario di Detroit, nel Michigan, filantropo e proprietario di una casa editrice. Spinto dall’innata intraprendenza, agli inizi del '900 Booth si trasferì fuori città, a Bloomfield Hills, con la moglie Ellis e i figli. L'idea era quella di costruire una residenza di campagna che negli anni avrebbe ospitato una comunità culturale ispirata alla Accademia Americana di Roma: 300 acri di terra che egli denominò Cranbrook, dal nome del villaggio inglese da cui la famiglia Booth discendeva.

Oggi costituita da un istituto superiore d'arte, un museo e diversi laboratori accademici, dopo un periodo nell'ombra, la Cranbrook Academy è tornata sulla cresta dell'onda. La sua “Golden Age” resta comunque il periodo dagli anni '30 ai '50, decadi che la critica ha spesso definito come la risposta americana al Bauhaus e al movimento Arts and Crafts.

Il paragone regge se si pensa alla visione progressista applicata al design alla Cranbrook, o al fatto che questa comunità abbia costituito una svolta nella storia del design. Allo stesso tempo, emergono le differenze con i movimenti sopra citati: il Bauhaus si era trovato ad affrontare realtà altamente complesse, prima fra tutte l’ascesa del Nazismo, che ne causò la tragica chiusura nel '33. A differenza del Bauhaus poi, che focalizzava gran parte della produzione su uno stile riconoscibile e materiali ricollegabili al movimento, come il tubo d'acciaio delle poltrone di Marcel Breuer, Cranbrook incoraggiava l'approccio multidisciplinare, spaziando dal mobile alla pittura, dalla ceramica ai tessuti fino a tutti i tipi di metallo: la poliedricità era un requisito, l'esperienza pesava oltre alla tecnica, l'eclettismo e la libertà nell'uso di decorazioni e ornamenti potevano prevalere sul rigore: fattori che tracciano analogie con l’Arts and Crafts, anche se a differenza del movimento inglese, alla Cranbrook si ragionava primariamente sulla produzione industriale in serie, piuttosto che sul fatto a mano.

Un interessante articolo del 1984 del NY Times traccia un ritratto preciso della Cranbrook Academy, «non una scuola d'arte nel senso comune, ma un luogo di lavoro per l'arte creativa. L'idea principale è quella di avere artisti di altissima abilità che vivono a Cranbrook ed eseguono il loro lavoro lì. Questa atmosfera ricca e creativa porterà a Cranbrook giovani artisti e studenti d'arte desiderosi di sviluppare i loro talenti». Curioso che si parli di arte e artisti anche in merito alla produzione di mobili e architetture.

A pronunciare queste parole fu iI primo artista, e architetto, chiamato da George Booth a progettare il paesaggio, il campus e gli edifici della Cranbrook Academy: il finlandese Eliel Saarinen, (padre di Eero), che si era appena trasferito dalla Finlandia. Il resto è storia. Essendo uno dei principali professori in carica presso l’Accademia, Eliel costruì al suo interno anche la propria dimora; sua moglie, Loja Saarinen, era a capo del dipartimento dei tessuti, da cui nacquero tappeti, arazzi, tende e tappezzerie dalle geometrie Déco. Casa Saarinen a Cranbrook (la fotografia immortala una delle sue sale) è un gioiello di interior design che combina eleganza e semplicità, un mix di gusto Arts and Crafts ed essenzialità tipicamente nordica, illuminata da preziosi dettagli in stile Art Déco.