Oggi scopriamo 6 oggetti che ci parlano di una donna che è un’istituzione - nel vero senso della parola. Maria Cristina Finucci, lucchese di origine, ma vera cittadina del mondo, è architetto di formazione e professione, oltre che affermata artista internazionale. Negli ultimi decenni il suo linguaggio creativo l’ha portata a fondare il Garbage Patch State, un’entità nazionale che rappresenta quei 16 milioni di chilometri quadrati di plastica che galleggia abbandonata in mezzo agli oceani. Il suo è uno stato riconosciuto da tutte le maggiori istituzioni internazionali, ma che non è visitabile. Esso è da tempo presente nell’immaginario collettivo, ma per la prima volta ci “parla” attraverso Wasteland, la serie di installazioni artistiche che Maria Cristina ha portato a Parigi, Venezia, Madrid, Roma, New York, ma anche nelle sedi centrali dell’ONU e dell’UNESCO, al MAXXI di Zaha Hadid a Roma, oltre che a Mozia e in altri importanti centri culturali del mondo.
Il suo messaggio parte dunque dall’emergenza marina e si diffonde attraverso una dialettica completamente inedita in cui i materiali plastici (non solo quelli di scarto, ma soprattutto elementi selezionati e composti secondo criteri ben precisi), interagiscono su vari livelli con università, luoghi di cultura, paesaggi urbani, ambienti pubblici e privati, riconquistando così una relazione diretta con i loro legittimi proprietari: i produttori e i consumatori.