29.07.2021

Le storie

Design di automobili: dai veicoli classici a quelli volanti

Non può mancare tra i nostri appuntamenti con il design storico un capitolo dedicato alla progettazione di automobili, un campo dove classe e eleganza incontrano maestria e tecnologia. Scopri con noi le storie che si nascondono dietro alcune delle automobili più celebri al mondo.

La storia del secolo scorso si è caratterizzata per il design di prodotto e tra i prodotti più diffusi nel XX secolo c’è sicuramente l’automobile. Nonostante i tanti progressi tecnologici e l’emergere di un turismo che punta addirittura alla sfera celeste, essa sembra rimanere la regina del trasporto privato anche nel nuovo millennio. Basta dare un’occhiata ai dati degli ultimi quarant’anni per convincersi che il settore automobilistico rimarrà predominante almeno nel prossimo futuro. Per esempio dal 1982 al 2001 all’aumento della popolazione mondiale 20% è corrisposto un 236% di aumento delle automobili. C'erano 1 miliardo di auto sul pianeta nel 2012 e 2 miliardi sono le automobili che si contano sulla terra nel 2020.

A questa crescita rispondono le aziende produttrici con nuovi modelli, nuove linee e nuove tecnologie che puntano a rendere il settore sempre più sostenibile. La loro sfida non lascia indifferenti i designer che sin dal passato si sono cimentati con il design automobilistico proponendo progetti che rimangono di grande valore economico ed estetico.

La fine degli anni Trenta fu un periodo straordinario per il design automobilistico, grazie al movimento Art Deco. In Francia, Figoni e Falaschi crearono eleganti coupé e roadster "a goccia", mentre l'Alfa Romeo in Italia e la Tatra in Cecoslovacchia esplorano forme aerodinamiche.

Nel frattempo, l'America flirtava con concept car come la Chrysler Thunderbolt, la Buick "Y-Job" e la minacciosa Cord Phantom Corsair di Rust Heinz. Alcuni design estremi entrarono in produzione, come le berline Graham "Sharknose" del 1938-39, anche se il loro sorprendente aspetto frontale si spense nella parte posteriore. Ma la berlina di produzione più oltraggiosa viene da una fonte improbabile: Checker, la casa automobilistica di Kalamazoo, Michigan, nota per i taxi indistruttibili. Fondata dall'emigrante russo Morris Markin nel 1922, l'azienda ha costruito i famosi taxi gialli Marathon degli anni '50 al ritmo di 5000-8000 all'anno, con pochi cambiamenti di design, dal 1959-82. I Checker urlano New York City a tutti i cinefili, e e se ne poteva chiamare uno a Broadway fino al 1999.

Ma pensiamo alla Ferrari: la prima, la 125 S, fu disegnata da Gioacchino Colombo su incarico di Enzo Ferrari che voleva vincere la migliore macchina firmata da Alfa Romeo al GP di Roma, un percorso che si sviluppava tra i viali intorno alle terme di Caracalla. Era il 1947 e la prima rossa, con il suo design classico e aerodinamico si aggiudicava il premio di prima italiana.

La Barchetta 166 Mille Miglia (MM) è invece la prima Ferrari presentata ad un salone dell'automobile, quello di Torino del 1948, dove debutta con il suo disegno morbido e semplice e dove per la sua “grazia” si aggiudica il titolo di capostipite della casa di Maranello. Il design iconico di questa macchina e talmente uno shock per il pubblico che viene coniato un nuovo termine per le auto come lei, quelle da competizione estrema, prodotte in pochissime unità, ciascuna delle quali oggi fa storia a sé per i trascorsi sportivi e non solo. La Ferrari 166 Mille Miglia carrozzata Touring del 1950 viene comprata da Gianni Agnelli, che vedendola al Salone di Torino del 1948 esclama: «Ma questa non è una macchina; è una barchetta!». 

Come per la Ferrari anche per altre case automobilistiche le linee originali hanno un valore che supera la storicità e diviene marchio di garanzia. Porsche valorizza e mantiene le linee del passato anche nei nuovi modelli; FIAT ha rilanciato la 500 e altre classiche, così come hanno fatto Alfa Romeo con la Giulietta e Volkswagen con il nuovo Maggiolino; la casa giapponese Nissan ha addirittura introdotto 3 modelli retrò usciti in serie limitata tra gli anni ‘80 e ‘90, la Pao, la FIgaro e la Be-1.

Chissà se il trend di guardare nei propri archivi, aprendo pagine schizzate da designer del passato sarà il prescelto anche per l'automobile del futuro, quella dotata di ali e speriamo anche della classe delle belle macchine storiche.