18.05.2022

Imperdibili

3 luoghi di design pieds dans l’eau

Vieni con noi alla scoperta di tre luoghi progettati da architetti e designer noti e meno noti per godersi al meglio i paesaggi del mediterraneo.

Hotel Parco dei Principi, Sorrento

Un modello a cui interior designer e appassionati di modernariato non smettono mai di ispirarsi nella progettazione di abitazioni dall’animo vintage sofisticato e giocoso, è l'albergo Parco dei Principi a Sorrento, che quest’anno celebra i 50 anni dalla sua nascita. Opera del genio di Gio Ponti, esso riflette perfettamente la visione del suo celebre progettista: “Nella casa all’italiana non vi è grande distinzione tra interno ed esterno. Da noi l’architettura di fuori penetra nell’interno e non tralascia di usare né la pietra, né gli intonaci, né l’affresco. Dall’interno, la casa all’italiana riesce all’aperto con i suoi portici e terrazze, con le pergole e le verande, con le logge ed i balconi, con le altane e i belvederi, invenzioni tutte confortevolissime per l’abitazione serena.”

Viene da pensare che sia stato effettivamente il paesaggio, con la sua complessa storia, la primaria fonte d’ispirazione per Ponti, chiamato a progettare un albergo su un impervio sperone della costa sorrentina sospeso a settanta metri sul mare. La storia del Parco dei Principi inizia di fatto con un vasto appezzamento di terreno sulle scogliere di Sorrento, di proprietà dell'ordine dei Gesuiti. Alla fine del Settecento, il re di Napoli acquistò questo terreno e lo regalò a suo cugino Paolo Leopoldo, conte di Siracusa, che vi costruì la Villa del Poggio. Dopo un periodo di decadenza, il terreno venne acquistato dalla famiglia Cortchacow che riportò l’area agli antichi splendori creando un progetto di costruzione di una datcha in stile neogotico per accogliere ospiti del calibro dello Zar Nicola II. La villa fu poi abbandonata fino al 1962, anno in cui Roberto Fernandes, un ingegnere napoletano, si rivolse al visionario Gio Ponti per la costruzione di un hotel di lusso che potesse sorgere sulle rovine di questi edifici storici. 

Dalle scelte cromatiche all'accostamento dei materiali tutto sembra riflettere i colori e i sapori del mar mediterraneo. Gli ampi ambienti, inondati di luce naturale, invitano a scoprire ogni dettaglio, dalle piastrelle colorate, alle poltrone anni ‘50, rigorosamente progettate dal maestro, al mitico trampolino della piscina in cui è raccolta tutta la storia del razionalismo. Dopo il restauro del 2012 l’albergo risplende di nuova luce e da quest’anno, in occasione dei primi 50 anni della struttura, i visitatori possono ammirare anche un museo dedicato a Ponti

Casa di Palma, Stintino

Di altro genere, ma progetta con lo stesso visionario approccio è Casa di Palma (1960), che sorge a Stintino sull’ultimo lembo di terra che separa la Sardegna dall’isola dell’Asinara. L’autore è Umberto Riva (1928-2021), recentemente scomparso e celebrato da una mostra che ha recentemente aperto a Roma presso la Galleria Giustini Stagetti in via Gregoriana, ultimo progetto del grande maestro. Sconosciuta ai piú, Casa di Palma, realizzata in collaborazione con Freddy Drugman, è la prima commissione assegnata a Riva dopo la laurea in architettura ottenuta nel 1959 a Venezia. 

Rustico come una fortezza marinara e moderno come una delle ville di Frank Lloyd Wright, l’impianto dell’edificio è estremamente introverso con un ampio salone longilineo su cui si affacciano diversi ambienti. I materiali sono quelli poveri del territorio: l’argilla, la calce bianca e la pietra nere. Ad aggiungere un tocco di colore sono le piastrelle in ceramica locale rossa e blu che si combinano a grandi blocchi per esaltare le forme trapezoidali del soffitto spivente. Un inaspettato gioco di forme e luci è quello che si incontra anche solo sfogliando le immagini e i progetti sviluppati da Riva. Nonostante le peripezie tecniche casa trasmette una buona vivibilità regalata dalla sua perfetta sintonia con il territorio circostante, con il quale si integra alla perfezione. Casa di Palma precede altre ville che sorgono con lo stesso concetto di integrazione paesaggistica sulla costa est della Sardegna, per esempio Casa Arzale di Marco Zanuso e Casa Bunker (La Rotonda) di Cini Boeri, e si pone come primo esempio di uno sviluppo che negli anni successivi investirà la Sardegna intera.

E-1027, Roquebrune Cap-Martin

Recentemente tornata agli antichi splendori dopo un attento restauro è la villa E-1027 opera e la dimora storica dalla designer irlandese Eileen Gray nel 1926, un gioiello di architettura modernista immersa nelle colline di Roquebrune Cap-Martin sulla riviera francese. La recente riapertura di questo edificio che risale ad un progetto del 1926 è state stata l’argomento di una delle nostre recenti news che vi consigliamo di non perdere, come anche una vista a questa villa, che è davvero un tappa da non perdere per gli amanti del modernismo anche perché si trova a un passo dalla casa di vacanza di Le Corbusier.

Progettata in collaborazione con il suo partner dell'epoca, l'architetto rumeno Jean Badovici, proprietario della casa, la casa prende il suo nome proprio da questa collaborazione professionale e personale: E sta per Eileen, mentre le iniziali della coppia - J, B e G - sono rappresentate dalle loro posizioni alfabetiche - 10, 2 e 7 -. La coppia si separò poco dopo il completamento della casa, ma Badovici continuò a viverci e Le Corbusier vi soggiornò per lunghi periodi nel 1937 e nel 1938, quando dipinse diversi murales colorati sulla pareti dell’edificio. Dopo che la casa cadde in rovina, negli anni '90 fu acquistata dall'agenzia governativa francese Conservatoire du Littoral.

Gli interni nascondono dei veri e propri tesori di progettazione come Nonconformist Armchair (ascoltate il nostro podcast per saperne di più) e alcuni pezzi che sono stati ricreati replicando i materiali e i metodi originali. Tra questi, il rifacimento di un tavolo da scrittura in tubi d'acciaio nichelato, posizionato nell'ufficio della casa. Il lavoro è stato realizzato da Burkhardt Rukschcio e Renaud Barrès, sulla base di un'unica foto conservata dal National Museum di Dublino.