Questa straordinaria consolle di Tommaso Barbi incarna l’essenza di un design decorativo e visionario, in bilico tra arte, artigianato e scultura.
Realizzata in Italia negli anni Settanta, l’opera riflette quella particolare stagione del design italiano in cui la funzionalità lasciava spazio alla sperimentazione materica e alla teatralità formale, restituendo oggetti capaci di definire da soli l’atmosfera di un ambiente.
La struttura, completamente rivestita in porcellana bianca lavorata a spirale, è costruita come un intreccio dinamico di linee e volumi.
Ogni elemento, dal ritmo torsivo delle gambe alla continuità dei raccordi angolari, è studiato per creare un effetto di fluidità e movimento, accentuato dalle fasce in ottone lucido che scandiscono la composizione con un tono di preziosa misura.
Il piano in vetro specchiato, incastonato come un elemento di luce, amplifica il dialogo tra superfici e riflessi, conferendo all’insieme una dimensione quasi eterea.
In questa creazione si ritrovano tutti i tratti distintivi del linguaggio di Barbi: la sensualità delle forme, il gusto per la materia lucente, la tensione verso un lusso discreto ma inconfondibile.
La sua estetica, sospesa tra classicismo toscano e modernità cosmopolita, traduce il concetto di mobile in oggetto-simbolo, un microcosmo decorativo dove la funzionalità è secondaria rispetto all’esperienza visiva e sensoriale.
Parte della produzione più esclusiva di Tommaso Barbi, questa consolle riflette lo spirito del design italiano degli anni ’70 più sofisticato, quello che guarda al Hollywood Regency e al Italian Glam, ma con una raffinatezza tutta europea, capace di trasformare la materia in luce e la forma in emozione.
Condizioni generali ottime con solo da segnalare due difetti della ceramica, come da foto, che però restano sul retro della consolle e non facilmente individuabili se lasciata a muro, i quali non compromettono assolutamente estetica e funzionalità.