J. B. Kreitmayr, Veduta del palazzo ducale, olio su tela, 1848

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Venditore SILVER a Milano, Italia

Descrizione dell'oggetto

Johann Baptist Kreitmayr (1819 Monaco -1879 Ebenda), Veduta del palazzo del Doge a Venezia, 1848, olio su tela, cm 35,4 x 28,5 – con cornice, cm 47 x 40. Il dipinto in esame raffigura uno scorcio della facciata del Palazzo del Doge a Venezia, la Porta della Carta (l’ingresso monumentale del palazzo) che congiunge l’edificio alla Basilica di San Marco e parte della basilica stessa, osservati dalla Piazzetta che affianca la grande Piazza San Marco e si affaccia sulla laguna veneta. L’artista tedesco della prima metà del XIX secolo riprende con maestria il genere pittorico del vedutismo veneto, fenomeno tipicamente settecentesco e che trova a Venezia l’epicentro del suo sviluppo. La prima veduta veneziana con data certa, di Gaspare Vanvitelli, è del 1697 e le prime databili di Luca Carlevarijs sono del 1703, mentre la morte di Francesco Guardi, nel 1793, e gli ultimi giorni della Repubblica Veneziana, nel 1797, segnano la fine della produzione di questo genere di pittura. Non mancano vedute di città italiane con date anteriori (come la Processione in Piazza San Marco di Gentile Bellini e il Miracolo della reliquia della Croce al ponte di Rialto di Vittore Carpacci, entrambi databili al 1500 circa). Possiamo considera il genere del vedutismo italiano una “creatura” di Vanvitelli (1652-1736) che, di origini olandesi (Gaspar van Wittel), si forma nei Paesi Passi per poi trasferirsi a Roma: dal 1680 realizza disegni e dipinti di vedute romani, viaggia a Napoli, Firenze, Bologna e Venezia. In seguito al viaggio del Vanvitelli a Venezia anche l’artista Luca Carlevarijs (1663-1730), comincia a cimentarsi nella produzione di vedute. Negli anni Venti del Settecento si avvia una nuova tappa nello sviluppo del vedutismo veneziano con la comparsa di Giovanni Antonio Canal, detto Canaletto (1697-1768). Mentre i quadri del predecessore Carlevarijs sono altamente decorativi, ricchi di colori e fondamentalmente lineari, quelli di Canaletto, come Piazza San Marco verso la Basilica (1723, oggi al Museo Thyssen-Bornemisza di Madrid) le figure e i dettagli dei fabbricati sono subordinati all’atmosfera. Mentre le figure di Carlevarijs tradiscono la provenienza da sudi individuali, Canaletto di rado ricorre a questi mezzi: le sue figure si fondono con l’ambiente, la luce solare, la nuvolosità, la rappresentazione atmosferica, i personaggi affaccendati, tutto è concepito in funzione degli effetti della luce sulle cose. Altri grandi nomi del genere sono Michele Marieschi (1710-43), le cui opere sono caratterizzate da una pennellata rapida e vivace, Bernardo Bellotto, nipote del Canaletto, tra i suoi allievi più proficui e, infine, Francesco Guardi (1712-93) che, sebbene inizi la sua carriera come pittore specialista di figure, in seguito si dedicherà ampiamente a questo genere, rendendo la luce e l’atmosfera i protagonisti delle sue opere, grazie all’insegnamento di Canaletto. L’esperienza vedutistica dei veneziani avrà diretta continuazione in pittori dell’Ottocento, quali Giovanni Migliara (1785-1837) o Renato Borsato (1927-2013), fino a influenzare l’arte di pittori di grandezza europea, della portata di John Constable (1776-1837) o Jean-Baptiste Camille Corot (1796-1875).

ID: 77435-1715072862-90062

Dettagli sull'oggetto

Multicolor

Colore

Altro

Materiale

Buono

Condizione

Italiano

Origine

before1900

Periodo

Misure dell'oggetto

36 cm

Altezza

29 cm

Larghezza

2 cm

Profondità


Protezione degli acquisti