03.02.2022

Le storie

Heart of glass: vetro di Murano e design del Novecento

Nel cuore della laguna veneziana, da secoli la lavorazione del vetro viene portata avanti con estro e precisione dai grandi Maestri. Come è avvenuto nel corso del Novecento l’incontro con gli artisti, i disegnatori, gli architetti?

Da quando nel XIII secolo la Repubblica di Venezia ordinò di spostare le fornaci sulle isole per prevenire gli incendi, Murano divenne il centro italiano (e non solo) per la lavorazione del vetro artistico. Nel corso dei secoli le tecniche si sono affinate, sposandosi di volta in volta con gusti, tendenze e materiali del periodo e gli artisti del vetro venivano invitati in tutte le corti europee per trasmettere il loro sapere. La loro fama cresceva di pari passo con la qualità tecnica e artistica delle loro creazioni, tanto da far loro meritare il titolo di Maestri.  

Prima del Novecento, la produzione del vetro di Murano aveva vissuto un periodo d’oro nell’epoca tardo Barocca: i lampadari, i centrotavola riccamente decorati, i vetri lattimi dipinti a smalto si accompagnavano perfettamente ai mobili veneziani del Settecento, in un periodo poco florido per Venezia che viveva una profonda crisi e si avviava verso la sua fine.

Dopo la caduta della Repubblica nel 1797, la rinascita dell’arte vetraria veneziana si attuò nella seconda metà del XIX secolo ed i vetrai che vi furono coinvolti raggiunsero una fama ineguagliabile, elaborando tecniche innovative che sono alla base dell’arte vetraria moderna.

Già a partire dagli anni ’20 del secolo scorso, iniziarono una serie di collaborazioni tra le antiche botteghe vetrarie e i designer, il cui ruolo andava pian piano a definirsi e a posizionarsi a metà strada tra l’artista, l’inventore e l’ingegnere. Da una parte una tradizione millenaria, fatta di esperienze consolidate e Maestri i cui nomi erano conosciuti in tutto il mondo; dall’altra i nuovi artisti del XX secolo, che intuivano i bisogni delle persone e li trasformavano in oggetti di uso quotidiano che rivoluzionarono il nostro mondo. È l’inizio di una produzione completamente nuova, che unisce le mani dei Maestri alle idee dei designer: il resto è storia.  

Per citare Caterina Toso, storica del vetro ed erede dell’Archivio della Fratelli Toso: “Un rapporto quello tra il disegnatore e il maestro, di collaborazione, non un processo a senso unico: il disegno da solo, l’idea da sola, non sono sufficienti per creare un’opera d’arte – sono necessarie le esperte mani del maestro, la sua esperienza, la sua conoscenza della materia.” Toso è l’erede di una delle più antiche vetrerie di Murano, la Fratelli Toso, che nel 1942 si unì alla storica famiglia Barovier per creare il marchio Barovier & Toso, una delle imprese familiari più antiche al mondo ancora in attività.

Nel corso dei decenni furono moltissimi i grandi designer che introdussero il vetro nelle loro creazioni: tra i primi Carlo Scarpa, che fu direttore artistico della storica azienda Venini. Con Venini collaborarono diversi altri designer, architetti e personalità di spicco nel mondo dell’arte e della cultura, tra cui Tadao Ando, Gae Aulenti, Sandro Chia e Gio Ponti

Molto fruttuose furono anche le collaborazioni con la fornace Seguso, una delle più antiche di Murano, che lavorò con artisti come Mario Bellini ed ebbe disegnatori del calibro di Flavio Poli

Queste felici collaborazioni sono la base della produzione moderna di vetri artistici di Murano: le nuove tecniche e soluzioni nate dal connubio tra disegno e artigianato segnarono la produzione vetraria cambiandola radicalmente non solo nelle opere, ma anche nell’organizzazione delle botteghe. I disegnatori sono ormai figure fisse e rispettate nelle fornaci e si affiancano ai Maestri, portando avanti questa tradizione tutta italiana.