17.05.2023

Interviste

6 oggetti per un ritratto di Martino Lurani Cernuschi

Da una chiacchierata con il poliedrico collezionista e compositore, si apre una finestra su universi sconosciuti e su un'incredibile collezione, legata alle passioni e alla creatività del proprio artefice.

Quando si pensa all’orologeria antica, la mente fa automaticamente riferimento a preziose pendole e orologi da polso; ma per Martino Lurani Cernuschi, 40 anni, fin da bambino, è il mondo che sta dietro al ticchettio dell'orologio o al movimento di una lancetta a esercitare un enorme fascino. Una curiosità profonda, quella per il meccanismo che aziona l’oggetto, che lo ha portato ad appassionarsi al funzionamento di una tipologia di orologi molto particolari: quelli da edificio, e in particolare agli antichi orologi da campanile, che, a differenza degli orologi domestici (caratterizzati da un meccanismo a molla), funzionano con il meccanismo a peso.

È così che è nata la sua collezione, oggi custodita nella residenza di famiglia, Palazzo Lurani Cernuschi in via Cappuccio a Milano: una delle più incredibili raccolte di esemplari di questo settore, essa è nata sull’onda di una passione che si accompagna a un altro grande amore del nostro protagonista: quello per la musica. Ma andiamo con ordine: «Da piccolo trascorrevo le vacanze estive nel Tigullio. Studiavo pianoforte, ma era la musica da organo ad affascinarmi particolarmente» racconta Martino, «così iniziai a chiedere di poter suonare gli organi delle chiese. Dagli 11 anni, qualsiasi occasione era buona per andare a disturbare il prete per poter suonare. E intanto, osservavo i quadranti esterni degli orologi dei campanili, interrogandomi sul funzionamento del loro meccanismo che, scoprii, non ha nulla a che fare con il quadrante esterno, ma è totalmente un oggetto a sé. Così, chiedevo al prete anche di salire sul campanile!» La prima scoperta di un orologio da campanile avviene in una chiesa di Santa Margherita Ligure: «Mi arrampicai e capii, dalla presenza di ponteggi, che presto questo meccanismo sarebbe stato smontato, demolito, e destinato alla discarica. Presi i vari rottami e li portai a casa. Allora non conoscevo ancora il loro funzionamento; ma iniziai a studiare e a tentare di rimontarli, e piano piano… ci riuscii».

Tra mercatini delle pulci e annunci online, Martino inizia cercare questi oggetti, considerati di poco conto, che però in lui generano fascino, al punto che una buona parte della collezione, oggi una delle più importanti del settore, è stata accumulata ricercando pezzi e meccanismi in annunci online; «negli anni, ho affinato il mio gusto e ho iniziato a selezionare i pezzi: gli orologi da campanile esistono dal XIII secolo in poi, ma io mi sono appassionato ai più recenti e tecnologici, quelli che spaziano dal 1830-40 fino agli anni 30 del 900, il lasso di tempo in cui è più interessante la loro evoluzione tecnologica», spiega Martino, che racconta quanto il mercato italiano raggruppi pochissimi collezionisti di questo settore, mentre in paesi come la Germania, la Francia o l’Inghilterra, esiste mercato molto più ampio e dinamico. E dato che la bibliografia su questi pezzi è pressoché inesistente, per studiarli Martino è ricorso a un interessante escamotage: «ho iniziato a collezionare il materiale pubblicitario — cataloghi, dépliant — delle ditte che producevano i materiali dei meccanismi per orologi da edificio, anche in questo caso tramite annunci online, siti, piccole librerie antiquarie». Oltre alla collezione dunque, in questo modo è venuto a formarsi negli anni, anche un corposo archivio di materiale pubblicitario sugli orologi da campanile: una vera e propria panoramica delle illustrazioni dei modelli, da cui Martino ha tratto enorme competenza.

Non finisce qui, perché come abbiamo detto, è il binomio orologi antichi-musica a guidare il percorso creativo e professionale di Martino, nella foto in alto immortalato all'organo di San Giorgio a Ragusa Ibla. Oggi è Direttore del Dipartimento di Orologeria Antica presso la casa d’aste Il Ponte a Milano; ma «di base resto un musicista, suono e compongo per orchestra». Appassionato dal connubio tra arte cinematografica e musica — tra le sue colonne sonore preferite quelle dei film di Tim Burton, firmate da Denny Elfman, e poi le composizioni di Ennio Morricone e John Williams — Martino ha accolto nella sua vita gli strumenti musicali… automatici, quelli cioè che attraverso un meccanismo — in parte a orologeria, come nel caso dei classici carillon, in parte pneumatico — si azionano suonando da soli. Questi strumenti — un classico esempio è il pianoforte dei film western —, fungevano da intrattenimento in luoghi in cui ci fosse bisogno di buona musica in mancanza di musicisti, in quanto il suono proveniva direttamente dagli strumenti, veri e propri antenati del juke-box: i più interessanti funzionavano infatti a moneta, per poi evolversi e funzionare con pompa elettrica azionata a bottone.

«Ho scoperto l’esistenza di un mondo ancora sconosciuto, e l’ho studiato anche in questo caso attraverso le fonti del mercato estero: in Germania, Olanda e Belgio gli strumenti automatici sono particolarmente documentati e ricercati» spiega Martino, che colleziona in particolare gli esemplari dal 1870 agli anni ‘30; «esistono anche artigiani molto preparati in caso di restauro, come insegna la storia di grandi aziende tra cui la mitica Steinway & Sons, prestigiosa produttrice di pianoforti, che a un certo punto hanno instaurato joint venture con le più grandi ditte di meccanismi automatici, e dall’abbinamento tra meccanismi e strumenti musicali sono nati molteplici esemplari, da quelli più economici ai più sofisticati, come lo Steinway Welte». Ed è proprio uno Steinway Welte, uno dei pezzi della collezione di Martino a cui egli si sente più affezionato, a spiccare tra i suoi 6 oggetti del cuore:

 

1) GABBIETTA CON UCCELLINI
È un automa costruito da Blaise Bontems nella seconda metà dell'800. Questo era considerato uno dei modelli di punta della manifattura, e la sua particolarità è quella di avere due uccellini e le placche di porcellana di Sèvres. Questo esemplare apparteneva a Gordon Selfridge, fondatore dei grandi magazzini britannici Selfridges.

 



2) CARILLON
Si tratta di una particolarissima ed enorme scatola musicale a cilindri intercambiabili costruita intorno al 1880 in Svizzera. Lo strumento ha inoltre un corredo di 13 campane finemente decorate da elementi zoomorfi, racchiuso in un elegante mobile lastronato in radica.

 



3) OROLOGIO DA CAMPANILE
È il meccanismo di un orologio da campanile di grandi dimensioni costruito a Como nel 1858. È affascinante pensare che, seppur questi macchinari fossero “nascosti” in cima ai campanili, erano comunque decorati e guarniti da ricchi elementi decorativi.

 



4) ORGANO AEOLIAN
È un organo a canne americano da salone, del 1913. Oltre a poter essere suonato tradizionalmente, può suonare anche da solo con l’ausilio di rulli di carta perforata. Al tempo non esisteva dimora prestigiosa in America che non avesse un organo Aeolian al suo interno.

 



5) STEINWAY WELTE
Particolarissimo autopiano costruito nel 1928 e frutto di una collaborazione con una delle migliori ditte del settore dell’epoca: la Steinway & Sons, che produceva pianoforti.

 


6) SCATOLA MUSICALE A DISCO
E’ un raro esemplare di carrilon a disco della ditta Symphonion, prodotto in Germania verso la fine dell’800. Ha la divertente particolarità di funzionare a gettone, e pertanto può considerarsi un antenato del jukebox!